Masut: «Padova è troppo lontana, meglio Pordenone come capoluogo»

SAN POLO DI PIAVE. «Padova è troppo lontana, come capoluogo è meglio Pordenone». A lanciare la proposta ai 35 Comuni della sinistra Piave è Leopoldo Masut, capogruppo di maggioranza a San Polo di...

SAN POLO DI PIAVE. «Padova è troppo lontana, come capoluogo è meglio Pordenone». A lanciare la proposta ai 35 Comuni della sinistra Piave è Leopoldo Masut, capogruppo di maggioranza a San Polo di Piave. Nell’ottica di una riorganizzazione della spesa pubblica e dell’economia di scala, Masut approfondisce l’argomento: «Se guardiamo una mappa, la collocazione naturale potrebbe essere di diventare a far parte della provincia di Pordenone: le distanze massime dal capoluogo friulano sono una quarantina di chilometri, Padova è molto più lontana. Pordenone potrebbe ambire a diventare il polo attrattivo economico e culturale, grazie alla viabilità ottimale con l’ultimazione dei tratti Conegliano-Pordenone. Capisco le perplessità, questa fetta di territorio dovrà entrare nella regione Friuli, ma se ci fosse una volontà così vasta sarebbe un dettaglio». Attualmente il decreto legge del governo Monti vuole l’accorpamento tra le province di Treviso e Padova, ma per Masut c’è un’altra soluzione: «Con la “spending review”, il governo ha disegnato un nuovo assetto geopolitico, tagliando e unificando le province: da 86 scenderanno a 51 e nel Veneto ne rimangono 5, con Rovigo che verrà accorpata a Verona e Treviso a Padova. Inoltre, intorno al decreto nascono approvazioni per il riordino e molti politici, in particolare le imprese economiche, osservano con interesse la possibilità di entrare a far parte della città metropolitana di Venezia, la cosiddetta “Pa-Tre-Ve”. Ma ovviamente non tutte le posizioni sono positive e c’è chi osteggia la nuova legge con ricorsi al Tar e barricate in difesa della propria provincia. Nel cuore dello scontro, la politica dovrebbe mettere sempre in primo piano il cittadino. Tutta la dialettica e le riflessioni sono fondamentali per capire se il territorio, con i cambiamenti, si avvia a una rivoluzione consistente. Ma nel panorama delle discussioni vedo i sindaci dei nostri Comuni alla finestra; sembra che la questione sia per loro marginale, ma non è così. Credo che dovrebbero essere con i loro amministratori protagonisti degli eventi, confrontandosi e proponendo nuove idee. In questo ambito mi chiedo? I 35 Comuni della provincia di Treviso posti alla sinistra del Piave quale proposta hanno?» (a.v.)

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