Raid dei maranza in bici, trenta multe: agenti in borghese e vigilantes privati

Identificati gli autori del blitz di Montebelluna. Un testimone: «Ho rischiato di investirli». Coinvolti anche bambini di dieci anni

Valentina Calzavara
Gli slalom tra le auto in corsa
Gli slalom tra le auto in corsa

Trenta multe ai protagonisti dei raid in bicicletta, vigili in borghese, vigilantes pagati dai residenti contro i biltz nei garage e nelle proprietà private. Sono le prime misure anti-degrado adottate a Montebelluna, alle prese con il nuovo fenomeno dei maranza in bici, scagliati contro bus e auto.

Ma in tutta la provincia si fa sempre palpabile la preoccupazione di amministrazioni comunali e gruppi spontanei di cittadini per il fenomeno del popolo dei maranza: gruppi di ragazzini, sempre più numerosi, che si riversano nei centri urbani, sfidando in bici le auto e i bus in corsa. Schizzano nel traffico, passano con il semaforo rosso, fanno lo slalom tra i pedoni seminando il panico. Manovre azzardate su strada, pericolose per tutti.

I testimoni e i protagonisti

«Stavo guidando, mi sono trovato a pochi metri da un bulletto in bici, ho inchiodato, prima che lui virasse a destra per evitarmi. Una situazione assurda. Se lo avessi investito? Mi sarei rovinato l’esistenza?» racconta un automobilista che si è trovato in mezzo a una delle challenge.

I raid in bicicletta, la nuova moda tra i maranza

Dalle grandi città, questa moda è approdata anche nella Marca. Arrivano da Montebelluna i primi video delle scorribande di gruppo, postate in diretta sui social. Tra i partecipanti, biker adolescenti, ma anche bambini di dieci anni, che rispondono all’invito online e si accodano “ai grandi” alla conquista della città. Molte di queste formazioni, nate con pochi iscritti, si sono trasformate in un movimento che sta facendo presa sui giovani. Molti di loro non si conoscono nemmeno, non sono amici, né compagni di scuola, eppure si riconoscono nell’identità fluida e variegata del gruppo che dà loro visibilità.

Le contromisure

Immediate le contromisure. In primis le punizioni e la deterrenza, a seguire la prevenzione. Il sindaco di Montebelluna, Adalberto Bordin, ha fatto sapere che sono già state fatte una trentina di multe finora e che verranno potenziate le pattuglie in borghese per presidiare le zone più calde. Lui stesso incontrerà presto i genitori. Ma c’è anche chi si organizza da sé.

L’ultima sfida dei maranza: raid nelle strade del centro
Un maranza in piedi sulla bici in corsa

Dopo gli schiamazzi, la sporcizia e gli atti di vandalismo nei garage sotterranei, alcuni condomini hanno deciso di pagare di tasca propria un servizio di vigilantes privati per cercare di mettere in sicurezza il quartiere nelle ore notturne. «Nonostante le segnalazioni, ci siamo organizzati da soli» racconta un’inquilina «abbiamo anche provato a parlare con questi giovanissimi, ma dopo l’ennesimo danneggiamento, abbiamo ingaggiato un sorvegliante. Siamo arrivati a questo punto, ma da mamma mi chiedo dove siano i genitori di questi ragazzini, tra loro ci sono anche bimbi di dieci anni, che vanno a zonzo per la città senza orari».

Le altre soluzioni

L’interrogativo resta senza risposta e apre a ulteriori domande sul significato di questo fenomeno, sulle sue possibili evoluzioni, sui bisogni dei giovani e sulla necessità che le città siano dei luoghi vivibili per tutti. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha posto la questione condividendo il caso di Montebelluna sulla sua pagina Facebook. C’è anche chi ha provato a trovare degli spazi diversi, per togliere i ragazzi dalla strada e convogliare i loro interessi ed energie nello sport.

Se la bicicletta è il minimo comune denominatore, perché non partire da questa passione del gruppo, per costruire una formula migliore per stare insieme? Ma la burocrazia si è messa in mezzo e ha fatto fallire il tentativo. Un peccato. Però la questione rimane aperta, perché le multe e i controlli, possono arginare, ma non certo risolvere. Occorre trovare il modo per sottrarre perimetro all’illegalità, aumentando lo spazio fatto di tempo e di luoghi dove poter costruire modi rispettosi per stare insieme. Andrebbe trovata una strada diversa prima che la strafottenza diventi reato. —

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