Mandato, Vallardi era in una spa L’ad voleva le azioni di Plavisgas

Este, (PD), 11 giugno 2019. Nella foto: l'ingresso degli uffici SESA in via Ponticello.
Este, (PD), 11 giugno 2019. Nella foto: l'ingresso degli uffici SESA in via Ponticello.

CONEGLIANO. Sesa ha il 18% delle quote di Savno, il cui azionista di maggioranza è il consorzio Cit (60%, di proprietà indiretta dei comuni aderenti), Ma poi c’è un altro 16% di Ing Am. e il restante 6% di Bioman spa. Assetto definito da quando l’ati Sesa-Img.Am-Bioman ha vinto oltre 10 anni fa la gara a “doppio oggetto” varata dal Cit per la scelta del socio privato e per l’affidamento del servizio.

Ma non è il solo legame trevigiano di Sesa. Fanpage ha svelato la galassia di società che girano intorno al socio privato di Sesa, Angelo Mandato. Tutte le imprese recano lo stesso indirizzo: via Stazione 80 a Mirano. Tra queste c’è anche la Biogreen, che ha erogato un finanziamento di 30 mila euro nei confronti del partito “Lega per Salvini premier”. Un’altra azienda riconducibile a Mandato, la Bioman, ha avuto come vicepresidente (senza delega) Giampaolo Vallardi, dal 2017 fino alla primavera 2018, quando si dimise in seguito all’elezione in Parlamento.

E non è finita: il legame di Mandato con la Lega sembra confermato anche da quanto avvenne a fine 2017 a Pieve di Soligo, in casa Ascoholding. Per chiudere la guerra legale con i privati di Plavisgas, Lega e parte del centrodestra avrebbero deciso di acquisire il pacchetto azionario detenuto dalla cordata di Massimo Malvestio, Oscar Marchetto (l’ad) e gli altri soci (gli Stefanato i De Bortoli, Dal Mas, i Codognotto). E chi si presentò, per comprare le azioni? Proprio Mandato, evidentemente...mandato a rimpiazzare gli scomodi partner: ma la trattativa non andò a buon fine, perché Plavigas declino l’offerta parlando di «cifre inadeguate».

«Ci auguriamo che la Regione faccia le dovute analisi sul compost distribuito nei campi agricoli da Sesa e che la Lega chiarisca i suoi rapporti con le numerose società collegate all’azienda di Este che ha come socio di maggioranza il comune», chiedono Andrea Zanoni e Graziano Azzalin , cosngilieri regionali del Pd, che annunciano un’interrogazione a palazzo Ferro Fini, con Cristina Guarda (lista Amp). «Il giro di affari di Sesa è cresciuto in misura esponenziale, passando dalle 386mila tonnellate di rifiuti nel 2011 alle 473mila del 2016 e una produzione di compost pari a 68mila tonnellate scaricate ogni giorno nella campagna con 25 camion ogni ora-E vanno chiariti anche i legami tra la società di Este e la Lega di Salvini. Non solo il caso di Fabrizio Ghedin, collaboratore anche della sottosegretaria del ministro per l’Ambiente, Vannia Gava: tra le numerose imprese che gravitano attorno al socio privato di Sesa ce n’è una che ha finanziato con 30mila euro la ‘Lega per Salvini premier’ e un’altra ha come vicepresidente il senatore leghista Giampaolo Vallardi. Un insieme di rapporti piuttosto stretti sui quali il Carroccio dovrebbe fornire spiegazioni e sarebbe interessante anche sapere cosa ne pensa Zaia».

Sul caso intervengono anche Piero Ruzante (Leu) e Patrizia Bartelle (Italia in comune). «L’inchiesta pubblicata da Fanpage getta pesanti ombre sul giro d’affari che ruota attorno al compostaggio in Veneto. L’ennesima ferita aperta nella martoriata terra veneta, dove il business viene prima della tutela dell’ambiente e della salute umana».

Molto duri anche i 5 Stelle in Regione. «Dall’inchiesta emerge il lato più oscuro della tratta dei rifiuti. Fuori da Arpav i nominati dalla politica» tuona il gruppo regionale dei 5 Stelle. «Ancora uno scandalo ambientale. Oggi siamo in Veneto, ma sta succedendo in tutta Italia; ricatti, tentativi di corruzione, soldi alla politica, inquinamento, malattie: l’inchiesta fa emergere il lato più oscuro della tratta dei rifiuti». —

A.P.

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