Manca l’acqua nei borghi Un esposto alla Procura

VITTORIO VENETO. Un esposto alla Procura della Repubblica per avere l'acqua nei borghi più periferici del Comune, fra i quali Pradal basso e Naronchie. Lo presenterà Rino De Nardi, uno dei residenti, costretto ad approvvigionarsi dell'acqua potabile lontano da casa, perché nella sua residenza l'acquedotto non arriva. L'atto sarà sostenuto dall’associazione di quartiere, che nei mesi scorsi ha raccolto 722 firme di abitanti, inviandole a tutte le istituzioni interessate. «Non vogliamo incolpare nessuno in particolare –anticipa Silvano De Nardi, coordinatore dell'associazione–. Intendiamo, invece, rivendicare, ricorrendo alla giustizia se altri non ci ascoltano, il diritto sacrosanto all'acqua potabile, come ce l'hanno tutti i vittoriesi». L'amministrazione comunale è sensibile al problema, ma ai piani alti di piazza del Popolo si osserva che il problema è di competenza del consorzio Sinistra Piave. A seguito delle sollecitazioni dei residenti è stato studiato un possibile intervento, riscontrando che costerebbe 500 mila euro, decisamente troppo –è stato obiettato– per garantire l'acqua a un numero limitato di persone. «Abbiamo fatto altre verifiche –informa De Nardi–, riscontrando che la spesa non sarebbe superiore ai 300 mila euro. E quindi si tratta di un'opera compatibile economicamente, oltre che socialmente». Gli abitanti di Pradal, Naronchie e degli altri borghi sprovvisti devono rifornirsi d'acqua a valle, con grave disagio. Disagio che viene lamentato, come è accaduto domenica scorsa, anche dai numerosi escursionisti che frequentano la zona - è quella del santuario di Santa Augusta, il sito più frequentato dai vittoriesi - e non trovano acqua da bere. Il problema –come evidenzia De Nardi– è stato denunciato anche dalla famiglia Azzalini e Beltramin, che ha avviato un allevamento di capre in Fadalto di una razza in via di estinzione in un borgo pure questo privo di approvvigionamento idrico. «Le colline di Vittorio Veneto non sono recuperabili –sottolinea il coordinatore di quartiere– se non si garantiscono almeno i servizi indispensabile». Sarà la giustizia a farlo? «Speriamo di sì» è la risposta di Rino De Nardi che si dice ormai stanco di dover fare chilometri per attingere l'acqua potabile. A meno che non l'acquisti al supermercato.
Francesco Dal Mas
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