Mamma Rita: «Era una leonessa»

«Ricordate Francesca com’era». Mamma Rita Matarese ha voluto abbracciare i ragazzi, amici e compagni di classe, che ieri erano in Neurochirurgia ad attendere notizie sulla diciottenne. Un abbraccio virtuale, quello della donna piegata dal dolore, quasi a voler stringere a sé tutti coloro, e sono davvero tantissimi, che in queste ore di attesa e di pianto hanno sperato e pregato per Francesca.
«Francesca era una leonessa: esplosiva, intelligente, bella, una vera leader» ha ricordato tra le lacrime la mamma della ragazza, che vive in un appartamento al civico 9 di via Arvedi a Casier assieme al figlio maggiore Bruno. La famiglia si era trasferita in via Arvedi da meno di un anno, dopo aver vissuto a lungo in vicolo Tabanelli, sempre a Casier. E se il destino l’altra mattina è stato beffardo con Francesca, attendendola sulle strisce pedonali a qualche centinaio di metri da dove viveva, lo è stato anche con la madre.
Uscita di casa per andare al lavoro (è impiegata in un’azienda della zona), la donna ha trovato la provinciale Jesolana bloccata a causa di un incidente all’altezza dello stabilimento di “Sile Caldaie”. Mai avrebbe pensato che sulla strada era rimasta proprio la sua figlia minore, che aveva salutato poche decine di minuti prima come ogni mattina e che aveva visto partire spensierata con il suo zaino carico di libri.
Papà Vittorio, agente di commercio, ha affidato il dolore delle ore vissute a fianco della figlia che lottava per la vita a una frase lasciata su Facebook: «Tutte le lacrime del mondo non possono colmare un mare di vuoto», aveva scritto ieri mattina, quando ormai la situazione era sul punto di precipitare definitivamente e le speranze erano tramontate dopo il fallimento dell’intervento chirurgico al fegato.
Tutti a cercare di dare forza a un papà che si è visto portare via ciò che di più caro aveva in un modo tanto tragico da lasciare attoniti, tutti vicino a una famiglia che si prepara ora ad abbracciare Francesca per l’ultima volta, e che fino a un giorno fa aveva tutta la vita davanti a sè.
Il 30 gennaio, il giorno dopo il tragico incidente, la Provincia ha deciso di rivedere le velocità massime su diversi tratti della provinciale che ricadono nel territorio trevigiano, ritoccando i limiti sui 50 e i 70 all’ora a seconda del segmento individuato. Il provvedimento nasce «viste le caratteristiche tecniche e geometriche della strada in oggetto, con particolare riferimento alla quantità e alle dimensioni dei veicoli che percorrono questa strada, anche sulla base dei rilievi del traffico che sono stati effettuati». Ma è impossibile non mettere in relazione l'ordinanza con l'incidente
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