Malvestio, la svolta «Qui mollo tutto prendo casa a Malta»

Massimo Malvestio, il notissimo avvocato protagonista del mondo legale, della finanza e dell'economia veneta, è tentato dal trasferimento a Malta, l'angloisola del Mediterraneo.Forse più di una tentazione. Ha tutte le intenzioni di compiere una scelta di vita drastica, a fine anno. Avrebbe già scelto casa a Malta, avvisato familiari e amici, a cominicare dallo storico socio di studio in viale Montegrappa, Bruno Barel, con cui forma un tandem famosissimo dalle aule dei tribunali ai cda delle più importanti società e istituzioni finanziarie venete, dal mondo della politica a quello degli enti locali.
«Basta, cosa ci sto a fare qui, in questo paese che non ha più niente da dare?» ha detto ad amici e collaboratori. La sua scelta, ma chiamiamola ancora tentazione, fa già discutere piazza e salotti, politici e bancari, mondo dell'impresa e gli avvocati illustri del Veneto.
Anche i professionisti più affermati in fuga? Come non bastassero i giovani senza lavoro che ci provano in Australia o in Canada o a Dubai; i cervelli creati da un'università parentocratica, che invece brillano nei templi della ricerca dei cinque continenti; e i pensionati che svernano in Spagna, in Costarica o alle Canarie...
Segno dei tempi, anche in quello che era il Nordest, un tempo calamita di braccia straniere e finito nel microscopio della grande economia mondiale. Malvestio era un predestinato della politica, talento precoce sin dai tempi del liceo scientifico Da Vinci, poi figlioccio e pupillo di Carlo Bernini quando in Veneto non si muoveva foglia che il doge di Asolo non volesse. Da anni è uno dei consiglieri più fidati del governatore Luca Zaia, che gli aveva pure affidato il piano di dismissioni immobiliari della Regione. Di più: con gli anni Malvestio, sempre più lontano dalla politica ma grandissimo conoscitore del mondo finanziario veneto, aveva assunto un ruolo di fustigatore, anche come editoralista, dei “pasticci“ e dell'uso degli schei, nei templi del Veneto. Ne è nato anche un libro, Mala Gestio, che ha fatto parlare, per la penna al curaro adoperata da Malvestio contro i suoi nemici, in primis il blindato presidentissimo di Fondazione Cassamarca, Dino De Poli, sbeffeggiato persino sulle sue performance al ristorante.
Pensare che molti volevano Malvestio proprio su quella poltrona, al posto di De Poli. «E cosa vado a fare, il liquidatore di Fondazione dopo le scelte dissennate altrui?» rispondeva lui, memore di quando De Poli lo silurò dal cda di una controllata, dove lo aveva chiamato ai tempi in cui sceglieva solo ed esclusivamente gli ultimi democristiani. E in tanti, un anno fa, lo avevano evocato come possibile candidato sindaco in grado di aggregare moderati e centrodestra, con la benedizione di parte della Lega, non solo di Zaia che lo stima come pochi, e di parte degli ex Dc.
«Ho uno studio da mandare avanti» ha sempre ribattuto a chi lo sondava. A ben pensarci, operazione non dissimile da quella del centrosinistra con Manildo.
Era lo scorso autunno, un anno fa. Sembra passata un'era. Malvestio, a 52 anni, sta per salutare tutti e aprire un'altra fase della sua carriera. Fa già discutere la tentazione: figurarsi la scelta, se la ratificherà a fine anno.
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