Maltempo, le testimonianze: «C’è fango dappertutto: il Meschio ci è arrivato nei garage e nelle cucine»

CORDIGNANO. «Siamo come in un catino, ogni volta che piove più abbondantemente sol solito, si riempie d’acqua e di fango. Ed i nostri scantinati fanno da bacino di laminazione». A protestare è Giulietta Giust, che in centro a Cordignano si è vista di nuovo il garage riempirsi d’acqua, a seguito dell’esondazione del fiume Meschio. Fiume che è rimasto dentro gli argini fino a Colle Umberto e da qui fino alla confluenza nel Livenza è esondato in più punti, saltando addirittura un muro di mezzo metro sull’argine. «Da noi le acque del Meschio in piena hanno allagato due abitazioni ed abbattuto alcune piante», fa sapere il sindaco di Colle sindaco Sebastiano Coletti.
«A Cordignano è il Meschio è tracimato fra le 3.30 e le 4 – conferma il sindaco Alessandro Biz – si è rotto anzitutto un tratto dell'argine all’altezza della frazione di Piné, con danni a garage e scantinati». In centro a Cordignano e acque hanno invaso l’area fra la piazza e la rotatoria sulla strada provinciale, colpendo soprattutto via Diaz. Sono intervenuti vigili del fuoco e volontari della protezione civile e dell’Avab, trevigiani e pordenonesi. «C’è una grande solidarietà umana. – riscontra il sindaco Biz - ai mezzi del Comune è arrivato l’aiuto di alcune ditte private che con le ruspe ci stanno aiutando a pulire la strada e a svuotare le case piene di fango».
«È un vero e proprio incubo quello che è successo – ammette Rodolfo Caberlin, uno dei danneggiati - in pochissimo tempo il fiume è uscito dagli argini riempiendo completamente la piazza e allagando le zone più basse». «Comune e Genio Civile hanno provveduto a mettere in sicurezza il Meschio ed il Caron, ma se noi continuiamo ad andare sott’acqua - protesta Giust – è perché manca la reste collaterale di scarichi. Le nuove urbanizzazioni non ne tengono conto».
A Cappella Maggiore l'acqua ha allagato la piazza del Comune, borgo Gava, via Brescacin e via Cal de Sabbion. La popolazione è esasperata. Le strade di Borgo Gava trasformate in un emissario del torrente Caron. Che per l’ennesima volta è esondato. «Questa è la terza dal 2003 – testimonia Debora Gava, che abita in una villetta a schiera, di un complesso di 4 residenze - in garage sono entrati 50 centimetri d’acqua melmosa, noi e i vicini. Avevamo due auto. Il Suv siamo riusciti a salvarlo, portandolo all’esterno, l’altra macchina no».
«Non è il momento di fare polemiche, ma ancora una volta, la terza volta, siamo a denunciare che con la progressiva urbanizzazione non si è provveduto di attrezzare gli insediamenti con i fossi o i canali di scolo" rileva la signora Gava - lo abbiamo ripetutamente chiesto in municipio».
Andrea Tomasella e la moglie Alessandra hanno impegnato la domenica a fare le pulizie. «Il Caron è pieno di pietre ed erbacce, va pulito; l’argine non ha manutenzione» affermano. Il Caron ha cominciato ad uscire nella parte bassa di Fregona, lambendo i piani terra delle abitazioni in località Fratte. A Sarmede, nella mattinata di domenica 40 centimetri d'acqua si erano riversati sulla piazza, provocando l'allagamento delle abitazioni e colate di terreno dai pendii.
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