Maltempo, il dramma dei residenti a Ponte di Piave: «Ho cercato di salvare i mobili, dormiremo in auto»

artico agenzia foto film salgareda maltempo esondazione piave
artico agenzia foto film salgareda maltempo esondazione piave

PONTE DI PIAVE.. Vedette sugli argini del fiume Piave, ore di angoscia per gli abitanti della golena che hanno trascorso la domenica osservando l’acqua entrare nelle proprie case. «La manutenzione attuale non è sufficiente» questo il pensiero condiviso dagli abitanti dell’area di Ponte di Piave e Salgareda. Uno scenario, quello che si è presentato agli abitanti di Ponte di Piave, Salgareda e Zenson, che ha ricordato quanto è avvenuto a novembre 2018 con la tempesta Vaia. Quest’anno l’acqua è entrata in buona parte nelle case della golena, toccando 80 centimetri.

«Non è possibile che dopo una giornata di pioggia ci ritroviamo ad avere in casa quasi un metro d’acqua» ha raccontato Luigi Nan abitante di via Passovecchio a Salgareda. «Trascorrerò la notte in auto in attesa che l’acqua scenda» ha proseguito «ma è fondamentale intervenire subito con la pulizia, lo strato di fango che si deposita dopo il passaggio dell’acqua può creare danni importanti, per questo non voglio allontanarmi da casa».

«A mezzanotte ho iniziato a portare al piano superiore tutto quello che potevo trasportare, non ho mai chiuso occhio» ha raccontato il 31enne Thomas Masier di via Gonfo a Salgareda, al confine con Ponte di Piave. «Dormirò da mia madre ad Oderzo, appena l’acqua fluirà dovrò pulire tutto. Nel 2018 mi ero ritrovato con 5 centimetri di fango in casa e l’acqua era arrivata al primo piano. Questa era la casa dei miei nonni, non la voglio abbandonare, ne ho viste di piene, ma quella del 2018 mi ha segnato. Oggi (ieri) ho avuto paura. Sono eventi che sconvolgono, ma quando passa bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare».


Ma c’è chi non ha voluto abbandonare l’abitazione, una donna anziana nelle vicinanze di via Passovecchio si è affacciata alla finestra per osservare la situazione «Non me ne vado» ha urlato «ho quello che mi serve al primo piano, l’acqua se ne andrà».

Non è stata risparmiata dalle acque Casa Parise, «Ho portato al piano superiore i libri, i quadri e la caldaia» ha raccontato Moreno Vidotto proprietario dell’abitazione «gli oggetti più importanti sono stati messi in salvo. Voglio pensare che sia un’alluvione normale di quelle che come arrivano se ne vanno, senza lasciare troppi danni. Non comprendo però come due giorni di pioggia in montagna possano creare tutto questo, dal 2002 al 2010 non ci sono state alluvioni, dal 2010 ad oggi sono quasi periodiche. L’anno scorso l’avevamo evitata mentre quest’anno non c’è stato nulla da fare». In serata l’acqua ha iniziato a defluire. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso