Maglificio Montegrappa, ok al concordato preventivo

CAERANO. Il Maglificio Montegrappa è stato ammesso alla procedura di concordato preventivo. Curatore nominato il dottor Marco Callegari, giudice delegato Bruno Casciarri. L'udienza di verifica dello...
Borghesi Montebelluna maglificio Montegrappa
Borghesi Montebelluna maglificio Montegrappa

CAERANO. Il Maglificio Montegrappa è stato ammesso alla procedura di concordato preventivo. Curatore nominato il dottor Marco Callegari, giudice delegato Bruno Casciarri. L'udienza di verifica dello stato del passivo è fissata per il 28 marzo. È la parola “fine” che cala su una storica realtà del territorio, che la crisi non ha risparmiato come tante altre del settore tessile. Emblema di un'epoca, quella della alta moda “made in Italy”, oltre cinquant'anni di storia alle spalle. E di una famiglia altrettanto storica del territorio, quella dei Volpato.

Dei 40 dipendenti 26 traghetteranno nella nuova azienda, che sorgerà sulle ceneri del Maglificio, nei medesimi spazi. Quattordici di loro invece rimarranno a casa. A dare il via al Maglificio di via Padova era stato Sergio Volpato assieme alla moglie Paola e appena una manciata di collaboratori. Dalla sua esperienza nel campo della tessitura, 47 anni fa Volpato aveva dato avvio all’attività inizialmente nella produzione di maglioni da sci. Successivamente ha aperto alla grande moda uomo e donna, per poi specializzarsi solo nei capi di abbigliamento femminili, rigorosamente “made in Italy”. Da diversi anni l’azienda è passata in mano ai figli Daniele e Fabio. Un addio a denti stretti per la famiglia, la fine di un marchio che ha fatto la storia della moda italiana quando la crisi era un orribile miraggio. Per salvare l’azienda dal baratro del fallimento nell'ottobre scorso la famiglia Volpato aveva presentato una richiesta di concordato preventivo e la cessione del ramo d’azienda. Nella nuova “Maglieria” confluiranno solo 26 dipendenti dei 40 un tempo in forze nel maglificio. Quattordici di loro hanno rinunciato volontariamente alla nuova azienda per “salvare” i colleghi. Per loro il futuro prevede un anno di ammortizzatore sociale, cassa integrazione straordinaria, poi si apriranno le porte della mobilità. «Questo tipo di operazione», aveva dichiarato all'epoca il segretario generale della Uil Tec Area vasta Belluno Treviso, Rosario Martines, «è stata fatta per salvare l’azienda e soprattutto i dipendenti». Adesso si apre un nuovo capitolo e inizia una nuova sfida: questa una nuova realtà con la quale la famiglia Volpato dovrà misurarsi potendo contare su operai altamente specializzati.

Serena Gasparoni

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