Maffioli, Soranza a pezzi la Provincia rifà il tetto

CASTELFRANCO. Maffioli, tre settimane di chiusura per la sede di via Soranza. E per ovviare ai problemi di spostamento degli studenti nella sede principale di villa Dolfin, le lezioni pomeridiane si terranno in quella di via Riccati, che pur non godendo di ottima salute, tuttavia non presenta le problematicità di quella in via Soranza, dimostratesi più gravi del previsto.
«Abbiamo appena concordato con l’assessore provinciale Mazzocato l’intervento di rifacimento della guaina di impermeabilizzazione al tetto», informa la preside Alessandra Fusaro, «che inizierà non appena finirà il maltempo. Di fronte a una situazione di effettivo pericolo non potevamo fare altro che spostare le lezioni per quanto ci era possibile».
La preside durante l’incontro ha messo la Provincia davanti a un aut aut. «L’ho detto chiaramente: o a settembre le sedi saranno messe in sicurezza, altrimenti si utilizzeranno solo villa Dolfin e il piano terra di via Riccati. E se non si trovano alternative, saremmo costretti a rifiutare le iscrizioni per cinque o sei classi. Lo farò molto a malincuore: siamo uno dei più prestigiosi istituti alberghieri d’Italia, ma anche la scuola superiore del Veneto più complessa, con oltre 1600 studenti. Ma sulla sicurezza, ripeto, non transigo».
La precarietà della sede di via Soranza è emersa nella sua drammaticità lunedì mattina: quella che sembrava solo una infiltrazione d’acqua per il maltempo, si è rivelata ben di più. Tanto da chiudere lo stabile fino a nuovo ordine.
«Non avevamo alternative», continua Fusaro, «se non spostare le lezioni al pomeriggio perchè altri spazi in città non ci sono. Ma le difficoltà per raggiungere villa Dolfin ora ci costringono a spostare tutto in via Riccati». Cioè proprio la sede che per condizioni in cui si trova aveva scatenato le proteste degli studenti, condivise anche dai docenti.
«Ironia della sorte, è divenuta invece la nostra ancora di salvezza. Stiamo parlando di una sede questa di cui erano ben noti i limiti anche di intervento visto che si tratta di una struttura posta sotto tutela del patrimonio artistico. Ora stiamo attendendo le prove di carico per capire quanto è a rischio anche questa struttura. È chiaro che in una situazione del genere non possiamo andare avanti: devono essere presi subito provvedimenti per consentire una didattica all’altezza delle aspettative ma soprattutto sicura».
Fusaro è arrivata quest’anno al Maffioli. «Ma visto quanto sta accadendo», scherza, «forse facevo meglio ad optare per l’altra scelta, un istituto comprensivo di Lusiana nell’altipiano di Asiago. Battute a parte, ho trovato una scuola eccellente sotto tutti i punti di vista, eccetto quello edilizio. Ed è davvero un peccato. Dobbiamo affrontare la sfida di mantenere il Maffioli agli alti livelli in cui è considerato in tutta Italia: per la didattica ci pensiamo noi docenti, ma per le strutture ci deve pensare qualcun altro. E subito. Sarebbe davvero assurdo dover dire di no a tanti ragazzi che scelgono la nostra scuola».
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