Maestro violento, rivolta alla De Amicis

Tredici lettere, a nome di oltre 300 studenti e almeno 600 genitori, sono già state protocollate e si trovano sul tavolo di Michela Busato, preside delle scuole primarie “De Amicis”.
Il testo è identico per tutte le missive, e mette nero su bianco il “no” al possibile arrivo nella scuola di Fernando Cadicamo, il maestro elementare di 55 anni sospeso dall’insegnamento nell’ottobre del 2014 con l’accusa di aver maltrattato alunni di 6 e 7 anni, usando sberle, strattoni e tirate d’orecchi per riportare la disciplina in classe. Però se da una parte, di recente, il maestro è stato rinviato a giudizio, dall’altra per il prossimo anno scolastico è stato comunque reintegrato dal giudice del lavoro nell’istituto comprensivo Serena, che contempla appunto anche le primarie “De Amicis”, ma non solo. Un reintegro che per i genitori, ma non solo per loro, grida vendetta.
E così i genitori di 13 classi delle “De Amicis”, capeggiati dai loro rappresentanti di classe, stanno facendo quadrato e promettono di dare battaglia per evitare l’arrivo di Cadicamo. «C’è molta preoccupazione e noi non vogliamo che i nostri figli il prossimo settembre possano incontrare in giro per i corridoi e in altri ambienti scolastici il signor Cadicamo», raccontano alcune mamme, «l’aspetto giudiziario deve ancora essere definito, questa vicenda ha contorni poco chiari perché si tratta pur sempre di maltrattamenti e noi genitori non vogliamo che i nostri bambini possano incontrare questa persona nelle classi, negli uffici o nei corridoi della scuola. Riteniamo che sia più che comprensibile il “perché” di questa nostra presa di posizione».
Il fronte dei “no” all’arrivo del maestro Cadicamo alle “De Amicis” continua ad allargarsi, per il momento sono state 13 le lettere contrarie, ma il numero potrebbe salire. I metodi di Cadicamo, documentati dalle telecamere della polizia installate durante le lezioni saranno valutate da un giudice, mentre sono 19 le vittime che si sono costituire parte civile al processo. Mercoledì scorso al tribunale di Treviso c'è stata l’udienza preliminare, in cui il sostituto procuratore Massimo De Bortoli ne ha chiesto il rinvio a giudizio. Intanto però Cadicamo, dopo la sospensione, è tornato a lavorare. Come previsto per legge, il giudice del lavoro ha disposto il suo reintegro senza però ricoprire mansioni legate all’insegnamento e quindi a stretto contatto con i bambini. Un accorgimento che però non soddisfa per nulla i genitori dei piccoli alunni delle “De Amicis”: «A noi questo non basta e se non verremo ascoltati andremo avanti, con lettere e raccolte firme. Finché non ci sarà una sentenza che chiarisca colpa o innocenza, non ci fermeremo: i nostri figli non devono incrociare Cadicamo, neppure in corridoio».
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