Maddalena, una ragazza di Vittorio Veneto tutela i diritti umani nel mondo

VITTORIO VENETO. «La città? Mi manca molto». E la scuola, il liceo Flaminio? «Ancora di più». Maddalena Neglia, 32 anni, vive e lavora a Parigi, ma in riva alla Senna viene spesso catturata per le colline di Vittorio Veneto. Non ha un impiego qualsiasi, Maddalena. È uno dei classici cervelli che esportiamo all’estero e che difficilmente trovano la possibilità di rientrare.
Neglia è infatti responsabile dell’ufficio Globalizzazione della Federazione Internazionale per i Diritti Umani, composta da 184 organizzazioni nazionali di 112 Paesi. Tutte le diseguaglianze del mondo, si può dire, passano per le mani di questa diplomata al Flaminio, che dopo la laurea in giurisprudenza a Udine, ha frequentato un master a Aix Marseille in Francia e un dottorato all’Università di Udine, il tirocinio per l’abilitazione alla pratica forense (a Milano in uno studio americano e presso la Corte d’Appello), quindi ha iniziato a lavorare come ricercatrice al centro di Etica e diritto all’università Ucl di Londra e successivamente ad Amsterdam. Maddalena ha girato mezza Europa ma «la mia città resta sempre Vittorio Veneto», dove ha ancora tutti i suoi amici, che coltiva di relazioni.
«Il mio lavoro – spiega – è quello di tutelare gli individui e le comunità rispetto alle violazioni dei loro diritti legate alle attività economiche e industriali. Facciamo pressione su autorità e istituzioni nazionali e internazionali affinché assolvano al proprio ruolo di garante del rispetto delle norme nazionali e internazionali e dialoghiamo con le imprese e gli investitori affinché adottino pratiche rispettose dei diritti umani in tutta la catena produttiva ed esercitino la loro influenza per migliorare le condizioni di lavoro e di vita degli individui e delle comunità su cui influiscono le attività aziendali».
Maddalena ammette che oggi la logica dominante è quella di perseguire un profitto immediato e una crescita rapida spesso a discapito dell’ambiente e quindi della salute dei cittadini, della sicurezza dei lavoratori e dello sviluppo di intere comunità. Neglia, fra i tanti drammi nel mondo, si è occupata anche dell’Ilva, con la difficoltà a coniugare il lavoro con la tutela dell’ambiente.
«È sorprendente che ben pochi in Italia - ha confidato a L'Azione, il settimanale della diocesi - conoscano la situazione ambientale legata all’Ilva che si traduce in un aumento spaventoso di tumori e malattie infantili, in particolare neurologiche, in provincia di Taranto. Il dilemma terribile tra la tutela del lavoro e la tutela della salute che affronta Taranto è lo stesso che vive la comunità di Piquià di Baixo in Brasile con cui pure lavoriamo e che da anni si batte contro un colosso dell’acciaieria, con l’aiuto prezioso dei missionari comboniani e di padre Dario Bossi». Vittorio Veneto, per lei che vive a Parigi e gira il mondo, è davvero il “buen retiro”.
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