Lui non è musulmano Matrimonio negato gli sposi in tribunale
VILLORBA. Avevano deciso di convolare finalmente a nozze, lui italiano lei tunisina, ma il Comune di Villorba non glielo ha concesso. Il motivo? L’ambasciata tunisina in Italia non ha rilasciato il nulla osta per il matrimonio perché il futuro sposo non è di fede islamica. Ora la coppia, assistita dall’avvocato Davide Favotto, ha deciso di ricorrere al Tribunale di Treviso contro il Comune perché venga rimosso ogni ostacolo alla loro unione e venga concesso loro di sposarsi. Lui è un libero professionista di 38 anni di Villorba, mentre lei, di 36 anni, è nata a Tamghza in Tunisia ma ormai da quasi 10 anni risiede in Italia. Ha un bambino piccolo nato da un precedente matrimonio. I due stanno assieme da diversi anni, finalmente alcuni mesi fa avevano deciso si regolarizzare il loro rapporto attraverso un matrimonio civile. La coppia si era quindi recata all’ambasciata tunisina in Italia per il rilascio del nulla osta che però è stato loro negato. L’ordinamento tunisino infatti prevede che il rilascio del documento avvenga solo se il futuro sposo di fede non musulmana presenta un attestato di conversione all’Islam. Secondo la legge infatti è proibito il matrimonio tra una musulmana e un non-musulmano, mentre è concesso un musulmano e una donna di altra federe religiosa. Una condizione alla quale il 38enne aveva deciso di non sottostare preferendo rimanere cattolico, convinto la situazione si potesse risolvere. I due si erano recati pur senza il nulla osta al Comune di Villorba per chiedere che il matrimonio venisse celebrato. Permesso negato: il 16 febbraio scorso il Comune ha infatti emesso un provvedimento con il quale venivano negate le pubblicazioni. Inutile insistere: la legge che regola il diritto internazionale privato e processuale dispone che il diritto personale di ciascun “nubendo” (compresi i rispettivi impedimenti a contrarre matrimonio) sia regolato dalla legge nazionale di ciascun coniuge, in questo caso quella tunisina. Non sapendo cos’altro fare i due hanno deciso di rivolgersi al tribunale affinché si sostituisca al Comune e conceda loro di convolare finalmente a nozze. «Ci appelliamo al fatto che la norma del diritto islamico è contraria all’ordine pubblico italiano» spiega l’avvocato Davide Favotto «parliamo di diritti garantiti dalla Costituzione come la libertà di religione in tutto il territorio italiano. Da qui la libertà del mio assistito di non dover necessariamente cambiare credo per poter convolare a nozze». Il ricorso è stato presentato nei giorni scorsi, venerdì si è tenuta la prima udienza rinviata al 13 luglio. L’obiettivo dei ricorrenti è ottenere l’annullamento del provvedimento emesso dal Comune e conseguire le pubblicazioni di nozze.
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