Lo Steffani compie cinquant’anni nel suo futuro brilla la nuova sede

il traguardo
Cinquant’anni e non sentirli, anzi: proiettati verso il futuro. Con questo spirito è stato inaugurato ieri sera – con la consegna degli attestati ai diplomati dello scorso anno – il nuovo anno accademico del conservatorio Steffani, il cinquantesimo dalla fondazione. Un traguardo importante, anche nella prospettiva della nuova sede, visto che si attende lo stanziamento ministeriale per un progetto di dieci milioni di euro e che permetterà a quella che è l’università musicale di due province (Treviso e Belluno, dove gestisce la scuola Miari, la più antica delle Dolomiti) di esprimere ancor di più le proprie potenzialità già ampiamente dimostrate, anche in percorsi innovativi come lo è il jazz o lo studio per la musica da film. Un anno accademico che si è inaugurato nel ricordo di una persona importante: si tratta di Gerhard Croll, il musicologo tedesco che ha dedicato tutta la sua vita allo studio di Agostino Steffani, il musicista castellano cui è dedicato il conservatorio. A lui è stata dedicata la biblioteca: «Abbiamo voluto dare valore al grande gesto compiuto dal professor Croll poco prima della sua scomparsa avvenuta il 26 ottobre. Pochi mesi prima, a luglio, il professore ha donato il suo archivio alla città e al conservatorio per la creazione di un centro studi su Steffani». Nella sua ultima visita a Castelfranco Croll aveva sottolineato la grande importanza di Steffani nel panorama europeo della musica barocca.
L’appuntamento di ieri sera ha voluto fare il punto della situazione di una realtà dall’indiscussa eccellenza, che annovera oltre 400 studenti, 80 professori in organico più un’altra decina a contratto e ventuno dipendenti tra personale tecnico e amministrativo, con un bilancio economico complessivo che ammonta a circa cinque milioni di euro l’anno.
Protagonista di oltre duecento eventi all’anno nel territorio, il conservatorio castellano ha anche scoperto un sua vocazione internazionale. Oltre all’Erasmus, vi sono le attività Erasmus plus in Moldavia e Argentina e il ruolo di supporto svolto a Maputo (Mozambico) nella costruzione del primo conservatorio statale nella storia del Paese africano. –
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