L’Inps chiede 8 mila euro ma il pensionato è morto

Ottantenne si è vista recapitare la richiesta in base alla revisione della pensione il marito è deceduto qualche anno prima, ma l’ente la considera una erede
20070108 - ROMA - ECO - PENSIONI: INPS, MENO TASSE PER 9,4 MILIONI DI PENSIONATI. Un uomo al lavoro e in primo piano i moduli di richiesta della pensione dell' Inps, in una immagine del 27 dicembre 2006. Con la Finanziaria 2007 oltre 9,4 milioni di pensionati pagheranno meno tasse per un importo medio di circa 84 euro mentre per 4,9 la tassazione restera' invariata. I calcoli arrivano dall'Inps che sottolinea come circa 565.867 pensionati avranno un aumento della pressione fiscale. FRANCO SILVI/ARCHIVIO - ANSA - DRN
20070108 - ROMA - ECO - PENSIONI: INPS, MENO TASSE PER 9,4 MILIONI DI PENSIONATI. Un uomo al lavoro e in primo piano i moduli di richiesta della pensione dell' Inps, in una immagine del 27 dicembre 2006. Con la Finanziaria 2007 oltre 9,4 milioni di pensionati pagheranno meno tasse per un importo medio di circa 84 euro mentre per 4,9 la tassazione restera' invariata. I calcoli arrivano dall'Inps che sottolinea come circa 565.867 pensionati avranno un aumento della pressione fiscale. FRANCO SILVI/ARCHIVIO - ANSA - DRN

CONEGLIANO. Si ereditano gioielli e averi ma anche debiti con l’Inps. Lo sa bene un’ottantenne residente nel Coneglianese che si è vista recapitare dall’Inps una richiesta di restituzioni di 8 mila euro di indebiti legati al ricalcolo della pensione del marito, morto diversi anni prima. Spiazzata dalla richiesta, e in difficoltà nel produrre il ricorso telematico previsto in questi casi, la donna si è vista costretta a chiedere di pagare a rate. Una storia, quella dell’anziana, simile a molte altre, tanto che un gruppo di esperti in materia pensionistica, che opera a Conegliano in forma gratuita per aiutare i pensionati nelle pratiche burocratiche, ha deciso di portare la questione all’attenzione del parlamento. Le richieste di aiuto, giunte negli ultimi mesi ai volontari che operano in città, sono numerose e arrivano anche da fuori provincia. Una circolare l’Inps prevede infatti che le somme indebite percepite dal primo gennaio del 2001 possano essere chieste agli eredi, tranne in alcuni specifici casi, come ad esempio la rinuncia all’eredità. Sentenze alla mano gli esperti hanno presentato una serie di ricorsi alla corte dei conti che hanno dato loro ragione. E’ il caso, ad esempio, della vedova e di due figlie di un dipendente pubblico residenti nel veneziano. L’uomo è morto diversi anni fa, e così le tre donne, in qualità di eredi, si sono viste chiedere oltre 10 mila euro dall’ex Inpdap per somme pagate in eccesso al pensionato dal 2002 al 2006. Ma le lettere di recupero crediti inviate dall’Inps riguardano anche i vivi e si parla di arretrati chiesti anche oltre 10 anni dopo, per somme che arrivano anche a superare i 20 mila euro. Di questi giorni è il ricorso alla corte dei conti di un pensionato residente in città dal quale l’ente pretende la restituzione di oltre 9 mila euro per importi ricevuti in più durante 7 anni, a partire dal 2005. In questo caso si tratta di un ricalcolo avvenuto nel passaggio dalla pensione provvisoria a quella definitiva. Ma per gli esperti in materia pensionistica che hanno presentato il ricorso i tempi per l’emissione del provvedimento di pensione definitiva sono di gran lunga inferiori: «L’Inps, nella propria carta dei servizi, per i casi di questo tipo non ha indicato un termine», sostengono i ricorrenti, «Vale pertanto quello previsto dalla legge. Nello specifico quello di cui ai decreti del 23.3.1992, n. 304 e 5.8.1997, n. 325, del Ministero del Tesoro, che per i provvedimenti di specie, stabiliscono il termine di 180 giorni». Ora ad esprimersi su questo specifico caso sarà la corte dei conti, ma coloro che si sono visti recapitare le missive dell’Inps per il recupero dei crediti chiedono che il Parlamento si esprima in merito, anche alla luce di precedenti sentenze.

Renza Zanin

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