L’ibis sacro si accasa a Volpago «Pericoloso per le altre specie»

VOLPAGO. Arriva anche sul Montello l’ibis sacro un uccello maestoso ma che può causare parecchi danni a specie protette come le varie tipologie di aironi di cui mangia le uova. A fotografare per primo questa specie nelle campagne di Volpago è stato Enrico Tirindelli, guida naturalistica, che ha condiviso le immagini sui social e ha lanciato l’allarme.
A confermare di quanto l’ibis sacro sia pericoloso per il nostro ecosistema da non confondersi con il “cugino” ibis eremita, che è invece una specie protetta, è un ecologista e il ricercatore ornitologico indipendente Francesco Mezzavilla. «L’Unione Europea chiede l’eradicazione dall’Italia dell’ibis sacro, ma non penso che questa richiesta verrà esaudita. Anche se questo animale è definito specie esotica invasiva» spiega Mezzavilla. L’ibis sacro infatti non ha nemici naturali, non è minacciato da alcun predatore nelle campagna trevigiane, e quindi non ha nulla da temere da altri animali, prolifera indisturbato, e oltre a nutrirsi della piccola fauna fa lo stesso anche con le uova di specie tutelate come gli aironi. L’avvistamento sul Montello è una novità ma la specie si è già fatta notare nella Marca arrecando danno soprattutto alle garzaie i luoghi di nidificazione e riproduzione degli aironi. «Nell’Oasi di Cevara se ne vedono a decine» conclude Mezzavilla.
Tradizionalmente questo ibis bianco e nero vive nell'Africa subsahariana, in Iraq e anticamente in Egitto, Paese in cui adesso è praticamente estinto per problemi ambientali , e sulle coste d’Africa era venerato come simbolo del dio Thot. In tempi recenti, a causa di fughe e liberazioni di individui detenuti da zoo e collezioni private, l'ibis sacro è stato introdotto anche in altri luoghi, tra cui la Francia e l'Italia. Nonostante a volte mangi semi o alghe, l'ibis sacro è prevalentemente carnivoro: si nutre di piccoli pesci, invertebrati, serpentelli e rane nonché uova e pulcini di altre specie di uccelli. La sua tecnica è piuttosto semplice: fissata la preda prescelta, l'ibis la segue con lo sguardo e, alla prima occasione propizia, l'afferra con una beccata precisa, ingoiandola intera. Non avendo nemici naturali alle nostre latitudini risulta nocivo per gli uccelli “nostrani” , vista la sua propensione a nutrirsi di uova e pulcini di altre specie.
Va notato però che questo volatile nell’antico Egitto era considerato sacro perché utile, divorava serpenti e carogne, e puro, beveva solo acqua limpida e pulita, usata poi dai sacerdoti per funzioni rituali. Inoltre, è visto come un animale intelligente per lo sguardo sempre fermo sull'obiettivo e le posture eleganti. —
Gino Zangrando
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