Liberi a Natale e Capodanno, gli agriturismi trevigiani e i locali plaudono alla decisione

Il governo prepara il dietrofront sul divieto di spostamenti tra i Comuni L’Ascom: «Bene ma basta schizofrenia». E stronca l’ultima ordinanza di Zaia
BORIN . AG.FOTOFILM . TREVISO . PRIMO SPRIZ AL BAR
BORIN . AG.FOTOFILM . TREVISO . PRIMO SPRIZ AL BAR

TREVISO. A Natale, Santo Stefano e Capodanno tutti bloccati nei Comuni, anzi no. Giovedì il governo ha lasciato intendere che il Dpcm festività che prevedeva il divieto di spostamento tra Comuni nelle festività verrà ritoccato, riaprendo di fatto i cancelli a quanti vorranno incontrare parenti, amici e magari mangiare in campagna o montagna. Un dietrofront netto che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a ristoratori, agriturismi e baristi. Questi ultimi ieri hanno però dovuto fare i conti con l’ennesima limitazione di Zaia: servizio solo al tavolo dalle 11. Criticatissima.

Ascom: «bene ma ora basta»

«Avevamo criticato l’ennesimo provvedimento illogico mettendo a confronto Comuni come Tarzo o Conegliano con Milano, piccole comunità bloccate a dispetto di quelli di grandi città libere di girare e spostarsi. Se ciò che sta trapelando va in questa direzione è una spinta che promuoviamo e auspichiamo», sottolinea il presidente di Ascom Confcommercio Federico Capraro, durissimo nei giorni scorsi contro il Dpcm festività.

«Però adesso bisogna smetterla di scherzare sulla pelle degli imprenditori. Negozi, alberghi, ristoranti non possono aprire e chiudere a telecomando. Purtroppo si conferma la lontananza del governo dalla dinamiche delle imprese e dei territorio. Dovrebbero concertare le decisioni con le associazioni di categoria. Albergatori, ristoratori, baristi sono stufi di un tira e molla che ha costretto a rifiutare prenotazioni, mettere in cassa dipendenti. C’è schizofrenia che condanniamo» chiude Capraro, «ora basta. Bene si sia risolta una assurdità».

Bocciato anche il provvedimento lanciato ieri dalla Regione Veneto, l’ordinanza che anticipa alle 11 il divieto di consumare in piedi (il limite dato precedentemente da Zaia erano le 15): «Ha poco senso e se si può consumare al tavolo alle 12, perché non lo si può fare alle 19?» incalza Capraro.

Coldiretti: «atto dovuto»

All’emanazione del Dpcm delle feste, il fronte degli agriturismi di Coldiretti si era infuriato: «Mettono ko un intero comparto che fa dell’isolamento in piccoli contesti il suo punto di forza e la garanzia di sicurezza» aveva tuonato l’associazione. Che oggi esulta: «Eliminata una incredibile stortura» dicono dalla Coldiretti, «che oltre a creare incredibili disparità tra territori, dimostrava di non intendere le peculiarità locali italiane e le caratteristiche di attività agrituristiche».

I ristoratori

«Bellissima notizia per me e tutti i colleghi» ha esordito ieri Giacomino Benvegnù dell’Incontro, che proprio ieri ha ricevuto dal sindaco di Treviso Conte la pergamena per i 50 anni di attività.

«Potremo lavorare e sarà un bene anche per le famiglie che potranno festeggiare. Quanto deciso prima rasentava il ridicolo. Si poteva pensare magari ad un divieto di spostamento tra province, ma non tra Comuni in territori come la Marca, fatta di piccole comunità, tanti campanili».

«In un periodo in cui i ristoranti faticano, e parecchio, il ritiro di una decisione che penalizzava moltissimo le piccole comunità è un’ottima notizia», dice Monica Bortolini, del noto ristorante da Gigetto a Miane (Comune di 3.200 abitanti), «così almeno possiamo respirare un po’, noi come tanti altri». Soddisfazione fortissima anche da un altra cucina tipica del trevigiano, quella di Celeste. Ma l’elenco si allunga a tutti i cuochi della provincia. Attività che oggi possono pensare di riempire, con il distanziamento certo, sale che sarebbero rimaste vuote.—
 
 

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