L'Home festival cancella il concerto di Liam; la rabbia dei fan: «Noi, arrivati da Bristol»

TREVISO. Zaini pieni, sacco a pelo, tenda, maglietta d’ordinanza con la scritta “Oasis”: già nel primo pomeriggio a concerti annullati inizia il contro-esodo dei fan. Percorrono via della Serenissima dando le spalle agli ingressi: qualcuno rimane all’altezza dei blocchi di cemento per osservare da lontano la zona “rossa” dell’Home Festival, la mecca di un divertimento vietato, per ragioni di sicurezza.
Si incontrano Giorgia e Caterina, 19 e 20 anni, da Trieste: «Siamo arrivate stamattina per accamparci» raccontano «abbiamo saputo solo adesso che il concerto è annullato. Speravamo che fosse una bella esperienza, siamo qui per Liam Gallagher, se non fa un’altra data in Italia, ci toccherà andare in Inghilterra».
Cosa farete adesso? «Compriamo un nuovo biglietto del treno e torniamo a casa». Per chi arriva da lontano il conto è ancora più salato: «Non ci possiamo credere, siamo davvero irritati» commentano Mark e Jan, coppia di mezza età che arriva addirittura da oltre Manica: «Siamo di Bristol, alloggiamo a Jesolo, siamo venuti qui, in Italia, espressamente per questo concerto».
Si stavano presentando fiduciosi col biglietto stampato ai varchi ma sono stati bloccati subito dalla security. Anche la Puglia non è vicinissima: «Noi arriviamo da Bari» raccontano in un’altra macchinata «ci siamo svegliati alle quattro per partire, siamo delusi e stanchi. speravamo di vedere Liam, è andata così, ora capiremo cosa fare».
Man mano che gli spettatori della prima ora si avvicinano all’area, venendo prontamente respinti dalla polizia locale, in una babele di accenti dialettali, si accumulano i racconti: «Arriviamo da Riccione abbiamo fatto quattro giorni a Treviso solo per vedere Liam Gallagher»; «Noi da vicino Pavia» ribatte una coppia «c’è gente che ha fatto chilometri per venire qui. Non è solo una questione di biglietti».
La delusione è cocente un po’ per tutti. Alessia, 17 anni di Treviso, si era organizzata scientificamente per godersi il concerto a distanza ravvicinata. «Mi sono accampata ieri sera, nell’area camping, oltre al biglietto del concerto ho pagato 15 euro per la piazzola e 10 di deposito bagagli» racconta mentre se ne va sconsolata «Quanto è iniziato il temporale è stato terribile: c’era tantissimo vento tanta pioggia, una mezz’ora abbondante di pioggia, poi è uscito il sole e noi siamo andate subito ad aspettare Liam davanti al palco principale. Non ho visto danni evidenti alle strutture, ma sono sicura che ci siano dei problemi». Come ha accolto la notizia dell’annullamento? «Sto piangendo da due ore».
Anche un gruppetto di fan romane racconta di aver fatto levataccia per assistere al concerto: «Abbiamo il preso il treno delle 6 a Roma, e un po’ ci rode. Ma questo non doveva esser il miglior festival d’Italia?». Se si passa all’ambito social le critiche acquistano toni ben più aspri.
Ai commenti al vetriolo si aggiungono messaggi e telefonate: un team di tre persone dallo staff comunicazione è impegnato a rispondere cercando di placare gli animi. Come sempre il popolo dei commentatori si divide, tra colpevolisti (chi accusa gli organizzatori di non aver saputo gestire bene la situazione) e innocentisti (chi invece sottolinea le necessarie precauzioni di sicurezza per eventi di questo tipo e segnala la grave perdita economica subita).
Nel mare magnum della discrezionalità rimane un punto fermo: la pioggia è ancora una volta bestia nera dell’Home Festival, tre anni fa a decine rimasero impantanati nei parcheggi per una notte intera (problema oggi archiviato), quest’anno salta la data più attesa con Liam Gallagher, i leggendari Wailers di Bob Marley e i beniamini francesi dell’electro Justice, più altri 30 show. Appuntamento a stasera, con le dita ben incrociate.
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