«L’ex polveriera? Deve diventare spazio a uso pubblico»

Dopo le consultazioni con i cittadini è emersa l’esigenza di realizzare un grande parco con attività “leggere”
Allegranzi Volpago ex caserma polveriera sul Montello
Allegranzi Volpago ex caserma polveriera sul Montello

VOLPAGO. L’idea di fondo è di mantenere la ex polveriera del Montello come spazio pubblico, in pratica un grande parco all’interno del quale ci siano sì attività, ma che non interferiscano con le caratteristiche del luogo e del suo uso pubblico. Per fine anno è attesa la sintesi che Moreno Baccichet, urbanista dell’Università di Udine, che ha lavorato al recupero di alcune ex polveriere in Friuli, redigerà in seguito agli incontri pubblici fatti dall’amministrazione comunale con la popolazione. Ma l’idea di fondo è, appunto, di mantenere pubblico quello spazio di quasi un chilometro per lato, in pratica quasi 490mila metri quadri tra la presa 12 e la presa 13 del Montello che era deposito militare e da qualche anno di proprietà del comune di Volpago.

«Qualche intervento di pulizia della vegetazione infestante inizieremo a farlo a breve», spiega il sindaco di Volpago, Paolo Guizzo. «Poi per l’utilizzo finale che daremo all’ex polveriera attendiamo la relazione riassuntiva che ci farà il professor Baccichet sulle riunioni con la popolazione e le sue proposte di recupero. La popolazione ha indicato genericamente un uso pubblico dell’ex polveriera e questo vogliamo fare e quindi anche le attività che eventualmente consentiremo di insediare lì non dovranno interferire con questo uso pubblico».

All’interno di quella vasta area nel cuore del Montello ci sono infatti vari edifici, tante casermette, vari bunker: 68 edifici in tutto. E ci sono macchie dell’antico bosco della Serenissima, tanto che l’amministrazione comunale punta al recupero di una porzione di quello che fu il “bosco da roveri di San Marco”, utilizzato secoli fa dalla Repubblica di Venezia per rifornire l’Arsenale e per costruire le palafitte su cui si fonda l’intera città, del quale oggi sopravvivono macchie isolate. Intanto ha fatto fare la manutenzione del camminamento perimetrale.

«Non è che all’interno ci sia vegetazione selvaggia», fa notare il sindaco, «perché i militari avevano sempre provveduto alla potatura delle piante». Una volta deciso cosa fare sarà anche una questione di risorse, perché solo pensare di bonificare le casermette dall’eternit delle coperture avrà costi consistenti. In attesa di mettere mano all’interno, la ex polveriera è luogo inaccessibile perché mancano i requisiti di sicurezza». —

Enzo Favero

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