L’età dei tumori si abbassa «Visita al seno dai 30 anni»

Nella Marca ogni anno 800 nuovi casi, con aumento del due per cento annuo Uno su quattro prima dei 50 anni. La Lilt: «Lo screening va anticipato»
Di Valentina Calzavara

Tumore al seno: aumentano le diagnosi tra le giovani donne. L'età media si abbassa e potrebbe essere utile rivedere i parametri dello screening dell'Usl 9 che, ad oggi, richiama ai controlli biennali solo la popolazione femminile tra i 50 e i 69 anni. A lanciare l'allarme è la Lilt di Treviso, impegnata in queste settimane nella campagna di prevenzione “Nastro Rosa”. «La patologia è in costante aumento. Rileviamo un incremento annuo del 2%, con una media di 800 nuovi casi nella provincia di Treviso. Si stima che il 75% delle donne sia colpito da tumore al seno tra i 50 e gli 80 anni. Ma l'epidemiologia ci dice anche che un 25% di donne contrae il cancro prima dei 50 anni. Per questo motivo potrebbe essere utile abbassare lo screening mammografico a 45 anni. Alcune aziende sanitarie stanno discutendo costi e benefici dell'operazione», commenta Alessandro Gava, presidente Lilt del capoluogo e primario di Radioterapia Oncologica al Ca' Foncello.

Il dibattito resta aperto. Nel caso di Treviso l'età del primo richiamo ad effettuare la mammografia, è fissato a 50 anni. Nel 2014 la Madonnina ha invitato ai test circa 24 mila donne, l'81% ha partecipato alla visita, una risposta che colloca l'Usl 9 ai primi posti in Veneto. «Sicuramente il successo della campagna favorisce la capacità di intercettare di più e meglio le neoplasie e permette di avere probabilità di guarigione molto elevate. Ma vige pur sempre la regole del “più si cerca, più si trova” e, visto l'abbassarsi dell'età media delle pazienti verso i 45 anni, sarebbe opportuno valutare un'azione più globale di prevenzione».

Proprio per questo motivo la Lilt, lancia l'appello. «Raccomandiamo la prima visita senologica a 30 anni e la prima mammografia a 40 anni. La donna deve cominciare presto a prendere confidenza con il suo seno», spiega il dottor Gava. Un invito che molte ragazze hanno preso alla lettera. Proprio in questi giorni, si sta infatti registrando il record delle adesioni alla campagna “Nastro Rosa” della Lilt che offre una visita gratuita a tutte le donne che ne fanno richiesta, senza vincoli anagrafici.

Sono già 515 i controlli prenotati, 200 dei quali solo a Treviso (dove il camper arriverà il 24 ottobre in piazzetta Aldo Moro), altri 145 a Oderzo, 120 tra Montebelluna e Conegliano. «Vista la grande richiesta alle varie delegazioni territoriali, se sarà necessario, proseguiremo anche nel mese di novembre per rispondere a tutte le donne», anticipa Gava.

Alla sua voce si aggiunge l'invito a fare prevenzione da parte di due ex pazienti che hanno combattuto la malattia e si sono fatte supportare dal sostegno psicologico offerto da Lilt.

Rosanna Cancian, 66enne di Preganziol ricorda: «Sei anni fa ho scoperto un linfonodo ingrossato sulla parte destra del seno. Al momento del referto accanto a me c'era il dottor Nicola Balestrieri, una persona eccezionale. Non mi ha nascosto la gravità del male, ma mi ha promesso che si sarebbe preso cura di me, e così è stato». Al crollo ha trovato spazio la speranza. «Dopo aver tolto il seno ci sono stati 6 cicli di chemio, un anno di anticorpi , radioterapia e ricostruzione. Penso che la diagnosi precoce salvi la vita». Nel caso di Beatrice Alberti, 56 anni, di Quinto il tumore è stato scovato nel 2010. «Ho avvertito una specie di sassolino, ho prenotato una visita e la diagnosi è stata delle più nefaste, «è stato un momento durissimo, la malattia è devastante perché ti porta a pensare di avere un mostro che cresce dentro di te». Dopo la quadrectomia, Beatrice si è sottoposta a una seconda operazione per asportare altre cellule tumorali. Oggi sta bene. «Vorrei incoraggiare le donne a tenersi sempre controllate. Fate lo screening con la Lilt è gratuito».

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