Legambiente bocciata dal Tar

CIMADOLMO. Il Tar boccia il ricorso di Legambiente contro l’ampliamento di un impianto di lavorazione inerti della Zanardo srl. Secondo il giudice amministrativo il ricorso è irricevibile in quanto tardivo. Le associazioni ambientaliste Legambiente Volontariato Veneto e Legambiente avevano presentato ricorso il 2 gennaio 2007 contro il Comune di Cimadolmo, la Regione Veneto ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che avevano dato i relativi permessi di competenza all’ampliamento. Il Tar del Veneto aveva già respinto la richiesta di sospensiva dei lavori il 10 gennaio 2007 motivando il rigetto con il fatto che ormai i lavori in oggetto erano pressoché conclusi, il manufatto contestato risultava all’epoca già sostanzialmente realizzato, e quindi era inutile a quel punto sospendere i lavori. Nel merito del ricorso il Tar si è espresso nei giorni scorsi, respingendolo di fatto con la stessa motivazione: il ricorso è stato presentato troppo tardi. In particolare, le associazioni ambientaliste avevano spiegato di essere state informate di quanto stava avvenendo in via Passo Lovadina da alcuni soci di Legambiente Veneto che, durante una visita all’area naturalistica in questione, avevano verificato l’esistenza dei lavori edili in corso di realizzazione. Versione questa smentita, secondo il giudice, dall’esistenza di un precedente ricorso datato 2006 e di un articolo di giornale del settembre 2007 che rende il fatto astrattamente conoscibile. Come se non bastasse, il giudice amministrativo ha rilevato anche una carenza di legittimazione alla presentazione del ricorso in quanto le associazioni ambientaliste hanno in questo caso impugnato provvedimenti di natura urbanistica ed edilizia che non rientrano nella speciale legittimazione ad agire che il legislatore conferisce a questo tipo di associazioni. Il Tar ha infine condannato le associazioni ambientaliste ricorrenti al pagamento delle spese di lite, quantificate in seimila euro.