L'eccezione della Flextronics nicchia di competenze hi-tech gli Usa scelgono Ponte di Piave

Il piccolo e anonimo capannone della Flextronics a Ponte di Piave: un nuovo miracolo
PONTE DI PIAVE.
«Restiamo, investiamo e ci ingrandiamo». Un trittico di parole pronunciate dagli azionisti usa che suona come musica alle orecchie della Flextronics, impresa tascabile ospitata di Ponte di Piave, dove è stato costruito un caso di successo internazionale.
Da oltre 10 anni l'azienda parla americano dopo essere stata rilevata dal colosso Flextronics International Ltd - con sede a Singapore - gruppo con 30 filiali nel mondo e oltre 30 miliardi di dollari di fatturato, quotato al Nasdaq di New York, deciso nel 2000 a pescare dal mazzo delle micro imprese trevigiane la Eurimp, ditta locale diventata un caso di eccellenza rilevato a livello internazionale, oggi totalmente in mano agli americani. A capo, infatti, c'è Giovanni Suero, amministratore delegato che nonostante le origini italiane del cognome è di spiccata matrice statunitense, in grado oggi di guidare l'azienda al servizio delle migliori case automobilistiche - come Bmw e Porsche - offrendo fanalerie di design, interamente progettate dalla moderna fabbrica di Ponte di Piave, il cui fulcro è formato da 15 designer altamente specializzati. «Si tratta di un team di professionisti, sia in progettazione che in produzione, che tengono ancorata l'azienda a Treviso - spiega Suero - siamo convinti infatti che sarebbe deleterio disperdere tali conoscenze per avvicinarci a mercati esteri più coinvolti nel settore auto ma sprovvisti di esperienze che abbiamo trovato a Treviso. La volontà dell'azienda è di crescere qui senza spostarsi. Il settore automotive si è infatti stabilizzato e per quanto ci riguarda non abbiamo dovuto tagliare posti di lavoro nemmeno quando si è abbattuta la crisi. Anche per questo abbiamo deciso di ampliare la gamma cominciando a produrre coperture plastiche per il settore medicale, nuova frontiera nella quale Flextronics ha deciso di investire coinvolgendo proprio Treviso, divenuta la sede della Flextronics Italy da cui vengono controllate tutte le consociate italiane». Una diversificazione possibile grazie al continuo processo di crescita che ha portato a 15 milioni il fatturato e a quota 100 i dipendenti dagli 85 del 2009, tecnici e designer specializzati nella progettazione e produzione di fanalerie per auto. «Appartenendo a questo gruppo non abbiamo problemi di soldi ma ogni euro speso deve portare ad un ritorno certo». (e.l.t.)
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