Le Prealpi sulla cartina Tabacco

CONEGLIANO. Già tremila le copie distribuite nelle librerie della provincia di Treviso della nuova carta 068 della casa editrice Tabacco presentata ufficialmente mercoledì sera al cinema Careni di Pieve di Soligo. La pianta descrive e raccoglie in maniera inedita i sentieri delle Prealpi trevigiane e bellunesi. «Da tanto tempo era in progetto, non era mai stata realizzata una cartina Tabacco sulla zona delle Prealpi trevigiane - conferma Lucia Zadro, responsabile della redazione della Tabacco - erano gli stessi clienti a richiederla. Si tratta di un territorio ricco di particolarità e adatto a svariate tipologie di utenti». Ci sono voluti circa tre mesi per raccogliere e organizzare le informazioni sui sentieri percorribili di quell'area, redigere la mappa in versione cartacea e multimediale. Molte le forze messe in campo, tra cui il coinvolgimento dell'esperto Giovanni Carraro per il settore trevigiano. «Sono felice di essere stato chiamato da un'azienda leader sulla cartografia come è la Tabacco - commenta Carraro - un tassello che mi mancava per consolidare quanto avevo già fatto nei miei libri, ovvero assegnare i toponimi così come vengono storicamente chiamati nei vari borghi della pedemontana. Per farlo ho utilizzato il mio archivio di tracce satellitari Gps pari a quasi mille chilometri di sentieri nel versante trevigiano prealpino per controllare e rettificare i tracciati, unendo l'esperienza di decine di esperti delle varie aree di riferimento che mi hanno aiutato nell'ultimo ventennio di ricerche». Un aiuto decisivo quello dello specialista trevigiano, secondo Lucia Zadro della Tabacco. Carraro ha prima controllato i sentieri sovrapponendo le tracce Gps, ha confrontato i toponimi delle località e infine ha assegnato ai nomi incerti il vero appellativo originale inserendo nella cartografia quelli altrimenti caduti nell'oblio come la Croda del Turco a Soller o la Bella Stella, uno spettacolare punto panoramico sopra Valmareno dai più dimenticato. Un altro esempio della difficoltà di ricostruzione degli appellativi è dato dal Col Visentin il cui nome ha origine controversa. In passato era chiamato anche Col Sentìn o Col Santìn, ancora in uso certe zone». Oltre alla difficoltà nella ricostruzione dei toponimi da assegnare ai luoghi, lo scoglio più arduo affrontato dalla Tabacco e dai suo team di esperti è stata la particolare scarsità di informazioni su buona parte della zona delle Prealpi trevigiane che però, a dispetto di questo, è incredibilmente ricca di particolarità paesaggistiche ed è meta di escursionisti per tutto l’anno anche da fuori Regione.
Silvia Ceschin
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