Le gigantografie dei campioni per ricordare il Mondiale dell’85

Ciclismo, circuito del Montello da valorizzare sul modello dell’Alpe d’Huez e dello Zoncolan 

la proposta

Chi è entrato da un bel po’negli “anta” ed è appassionato di ciclismo quel giorno lo ricorda molto bene. Il Montello trasformato in stadio a cielo aperto, la vittoria a sorpresa – a 39 anni – nella gara regina dell’olandese Joop Zoetemelck. Il riferimento è ai Mondiali di Giavera 1985, la prima volta di una rassegna iridata di ciclismo nella Marca. E a rendere d’attualità quelle immagini è Valter Baseggio, consigliere comunale a Montebelluna ed ex amatore: «Il circuito è stato un po’ dimenticato, pochi sanno le strade attraversate. Mi piacerebbe che amatori o appassionati trovassero indicazioni per conoscerlo».

Più che a semplici indicazioni, Baseggio pensa a qualcosa di maggiore impatto: una cartellonistica con i volti dei campioni del pedale di ieri e oggi, assicurando ampio risalto ai grandi nomi del ciclismo trevigiano. Un’idea già condivisa con il sindaco Marzio Favero, il cui Comune, Montebelluna, farebbe da regista a un’operazione che darebbe slancio a tutta l’area montelliana, trovando terreno fertile nella candidatura per una tappa del Giro d’Italia 2021 (ne abbiamo già scritto: partenza o arrivo a Montebelluna).

Fonte d’ispirazione è l’Alpe d’Huez, salita che ha fatto la storia del Tour de France. Ciascuno dei 21 tornanti è dedicato a un vincitore, ricordato con una targa: la numerazione è decrescente, al tornante 21 spicca la figura di Fausto Coppi, primo trionfatore nel 1952. Restando in Italia, c’è l’esempio del Monte Zoncolan, il “mostro” della Carnia che grazie al Giro d’Italia ha acquisito fama mondiale. Senza contare che un’idea simile l’hanno in gestazione al Ghisallo, erta simbolo del Giro di Lombardia.

Il Montello prova, però, a giocare d’anticipo. «È una palestra naturale per i ciclisti, ma non sappiamo valorizzarla», lamenta Baseggio, «Tanti mi chiedono: “Ma il Mondiale era passato lì? ”. Di diritto una targa andrebbe collocata in centro a Giavera, dove si posizionarono partenza e arrivo. Poi si potrebbe tracciare il circuito, inserendo frecce e gigantografie dei campioni». Senza scordare Zoetemelck, che quel giorno relegò Moreno Argentin al terzo posto. Il circuito era incentrato sulla presa V. Partendo da via Schiavonesca, si svoltava a destra per via Bolè. Domata l’erta simbolo, si scendeva per la dorsale, proseguendo per le vie Frati e Ossario. Conclusa la discesa in via Diaz, si girava a sinistra in via Genio Zappatori. Infine la Schiavonesca. —

Mattia Toffoletto

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