«L’avevo conosciuto nel ’92: voleva cambiare il mondo»

Valeriano Beraldo, allora segretario del Carroccio castellano, oggi «stessi ideali ma meno tempo da dedicare alla passione politica», ha intercettato Fabrizio Pozzobon nel 1992. «Lo avevo chiamato per montare a casa mia un addolcitore per l’acqua», racconta, «Ci eravamo messi a parlare, avevamo condiviso la volontà di dare una svolta alla vecchia politica». E così lo ha convinto a candidarsi con la Lega per le elezioni comunali. Vittoria del Carroccio e posto in consiglio per Pozzobon. «Voleva cambiare il mondo, contestava la vecchia politica e la Lega incarnava questo desiderio di smontare il sistema e ripartire». Poi Pozzobon, terza media per necessità di famiglia e poi tanti corsi serali per completare la sua formazione, si è allontanato dal Carroccio, salvo risalirvi per un breve periodo alla fine del secondo mandato da sindaco di Luciano Dussin subentrando alla conisgliera dimissionaria Barbara Beggi. Nella palazzina al numero 29 di via Roverato a Castelfranco, dove abitano ancora l’ex moglie e la figlia, tutti descrivono Fabrizio come «una persona per bene, riservata ed educata». Non vogliono aggiungere molto di più: «Sappiamo quello che leggiamo sui giornali, ci auguriamo che sia ancora vivo, anche per la sua famiglia». I giri in bicicletta la domenica, attrezzato di tutto punto, e i viaggi: le passioni confessate di Pozzobon. (a.d.m.)
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