Laura stroncata dalla leucemia a 26 anni: lutto a Conegliano

Il trapianto le aveva regalato nuove speranze, ma cinque anni di battaglia non sono bastati. Cordoglio degli amici del basket

CONEGLIANO. Parè piange un’altra ragazza morta di leucemia. “Il nostro angelo è volato in cielo”: così mamma Liana e papà Umberto hanno comunicato, ieri pomeriggio, agli intimi, la morte della loro figlia, Laura Da Ros, 26 anni, che lascia anche un fratello, Enrico. La comunità di Parè è attonita, schoccata per tanta tragedia. All’inizio di ottobre, infatti, ha dato l’addio a Linda Sant, 15 anni, studentessa d’arte al Munari di Vittorio Veneto, che, pure lei, colpita dalla leucemia non è riuscita a salvarsi nonostante il trapianto.

DUE DRAMMI PARALLELI. Una storia da brividi per come si ripete, in una tragica puntualità. In queste ore, infatti, Parè si stringe, catturato dal dolore, intorno alla famiglia Da Ros perché sperava davvero nel trapianto di Laura. Anche lei, infatti, l’ha ricevuto, in tutta fretta, a fine ottobre, come ultima possibilità di tenersi aggrappata alla vita, proprio nei giorni, guarda caso, in cui era convinta di farcela, perché le cure sembravano proseguire con la sperata efficacia. In pochi giorni, dunque, la decisione del trapianto e la donazione del midollo da parte di un offerente tedesco, perché altri non si trovano nei tempi brevissimi dettati dalla malattia, ma purtroppo non è servito.

ERA GIà DOTTORESSA. Laura, dopo aver guadagnato la triennale in Storia dell’arte a Ca’ Foscari, nonostante gli acciacchi, stava preparando gli esami della specializzazione. Con fatica, ma anche con tanta fiducia. E con ben 5 anni di calvario, il suo appunto, alle spalle. I familiari e gli stessi medici ed infermieri dell’ospedale All’Angelo di Mestre, che l’avevano in cura, tifavano tutti per lei: perché il trapianto segnasse la svolta tanto attesa. «Se arrivi alla fine del quinto anno – l’assicuravano -, cara Laura ce la farai». Invece niente. Ieri i genitori ed il fratello non avevano neppure più la forza di piangere.

La mamma, soprattutto, perché reduce da un brutto ictus, che l’aveva raggiunta quando la signora stava dando l’ultimo saluto al fratello, in ospedale a Pordenone. Una storia infinita di dolore.

gli amici sportivi. Ma anche di tanta forza d’animo, come testimoniano i sacerdoti della parrocchia, don Michele Maiolo, il parroco, e don Fausto Scapin, il predecessore, che hanno avuto in Laura una preziosa collaboratrice per il Grest. Sportiva com’era, sapeva animare i ragazzi come pochi altri. Ancora da studentessa delle superiori, infatti, giocava a basket con la ‘Globus’. E le era molto dispiaciuto quando la società si ritirò. All’età di 21 anni, con il sopraggiungere della malattia, Laura non si era data comunque per vinta; faceva l’ufficiale nelle gare di basket. «La partita più dura di Laura è durata quattro anni e mezzo – scrive il Basket Pieve 94 – e non è bastato un canestro a fil di sirena per cambiare le sorti e vincere il destro». Un messaggio di cordoglio è arrivato anche dal Vigor Basket Conegliano.

Domani sera, alle 20, il rosario. Giovedì pomeriggio, alle 15, nella parrocchiale di Parè, il funerale. —

Francesco Dal Mas. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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