L’assessore Colombari posta il motto del Duce «Ora deve dimettersi»

Dimissioni per Sonia Colombari, l’assessore di Conegliano che in un post (poi tolto) ha scritto «Il tradito potrà anche essere un ingenuo, ma il traditore rimarrà sempre un infame!». E vicino la faccia di Mussolini con un cuoricino.
«Questa signora non può rimanere istituzionalmente al suo posto», dice Alessandro Bortoluzzi, capogruppo Pd in consiglio comunale a Conegliano, «Fino ad oggi non ha brillato di luce propria e adesso lo fa sfruttando il duce e inviando messaggi di intimidazione a chissà chi, forse ai Popolari, utilizzando il vocabolario più brutale del regime. No, il sindaco la tolga di mezzo». Ma a Fabio Chies, sindaco di Conegliano, è bastata l’ammissione della sua assessora di aver sbagliato. Con seguito, però, di dura strigliata: «In nessun modo può essere giustificata una pubblicazione come quella che ha fatto Sonia» sostiene infatti il sindaco, «Si è trattato di un errore molto grave, che mi sorprende perché conoscendo Sonia so che questi concetti proprio non le appartengono, nemmeno figure come quelle riportate nel post. Si è trattato, dunque, di una pesante superficialità, senza se e senza ma». Quindi le dimissioni? «Ma no. L’errore c’è tutto, ma questa cultura non appartiene alla storia e alle idee della Colombari. Quindi, chieste le scuse, capitolo chiuso. Non è forse vero che anche Sonia partecipa ai viaggi della memoria?».
Ma l’interessata che cosa dice? «Sì, ho sbagliato. Una leggerezza» ammette, «Sto attraversando una bufera che non mi spiego. Ho condiviso un post nel mio profilo Facebook privato e visibile solo agli amici: purtroppo l’attenzione si è focalizzata sulla foto dell’autore del pensiero e non sul valore della fedeltà». Ma chi sono i traditori che l’assessore evoca? In città il riferimento è per il suo ex collega di giunta, Floriano Zambon, per i Popolari. «Fortemente respingo qualsiasi riferimento a persone, sia dal punto di vista politico che umano», precisa subito Colombari, «Quando ho condiviso il post ero molto concentrata sul valore della fedeltà per pensare che qualcuno interpretasse un pensiero cristallino e lo tramutasse in un’offesa nei confronti di colleghi da un lato e vittime di genocidi dall’altro. Tanto meno volevo mancare di rispetto al Giorno della Memoria, il 27 gennaio. Anzi, invito tutti a pregare per le vittime dei genocidi e stermini di massa di tutti i tempi». —
Francesco Dal Mas
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