L’assassino condannato per rapina

ASOLO. L’omicidio e il cadavere dato alle fiamme, ma non solo: anche una rapina, con tanto di pesante sonnifero disciolto in una birra offerta alla vittima. Per Manuel Palazzo, asolano, 29 anni, già condannato in appello a 16 anni e otto mesi di carcere per l’omicidio di Aldo Gualtieri avvenuto nell’aprile del 2015, ora arriva un’altra sentenza pesante. E definitiva, stavolta, perché si tratta di Cassazione: la suprema corte ha infatti respinto il ricorso di Palazzo contro la condanna a tre anni che gli era stata inflitta in primo grado e confermata in appello per la rapina ai danni di un suo conoscente, J.M., stordito con un sonnifero e derubato in casa di televisori e altri oggetti di valore.
La rapina fu messa in atto nel marzo del 2008 a Nervesa. Il nome di Palazzo è tornato poi drammaticamente alle cronache per il “delitto di Possagno”, tre anni fa, quando il quarantenne Aldo Gualtieri fu barbaramente ucciso a Romano d’Ezzelino e il cadavere fu bruciato in una zona boschiva dietro il tempio canoviano di Possagno. Per quell’atroce delitto furono arrestati e poi condannati proprio Manuel Palazzo e la donna con la quale aveva una relazione, Lucia lo Gatto. Secondo l’accusa i due hanno ucciso Aldo, allora convivente con la donna, perché si frapponeva al loro progetto d’amore. Il corpo della vittima era stato rinvenuto a Possagno giorni dopo l’omicidio da un boscaiolo, che ha avvisato le forze dell’ordine. I carabinieri del Ris avevano poi perquisito l’appartamento di Lucia e trovato tracce di sangue. In casa era rimasto anche un forte odore di candeggina per il tentativo di cancellare le prove. La vicina di casa aveva poi raccontato di aver notato Palazzo girare sporco di sangue sul pianerottolo. Il killer si era poi tradito, dopo essersi sbarazzato del cadavere, con un truce messaggio inviato alla compagna in cui scriveva: «La carne è ben bruciacchiata».
Fabio Poloni
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