Lascia il Consiglio per battere la crisi

La storia di Giancarlo Baldassar, di Cappella Maggiore «Guiderò i camion con i miei dipendenti e salverò l’azienda»

CAPPELLA MAGGIORE. Lascia la poltrona in consiglio comunale per ritornare a guidare il camion a fianco dei suoi dipendenti e occuparsi dell’azienda. È la svolta obbligata nella storia di un piccolo artigiano che negli anni è arrivato ad essere anche candidato sindaco del suo paese, oltre ad aver fatto per sei anni il capogruppo in consiglio. Oggi, come tanti alle prese con i cavalloni della tempesta economica, si è dimesso per pensare al lavoro. «La crisi impazza, ci sono viaggi in camion che durano anche più giorni. Non posso più permettermi di rimanere in Consiglio, devo guidare il camion insieme ai miei dipendenti e far andare l’azienda». A parlare è Giancarlo Baldassar, imprenditore 45enne, una storia alle spalle nella politica di Cappella Maggiore. Già candidato sindaco nel 2007 per il centro-destra, da anni consigliere comunale per la minoranza della Lega Nord, riconfermato capogruppo alla scorsa tornata elettorale. Ma la storia della Baldassar Autotrasporti di via Castelletto, a Cappella, comincia ancora prima, negli anni ’40, quando il nonno fonda l’azienda con l’esperienza accumulata nella vittoriese Piccin autotrasporti. Ora ci sono 6 dipendenti, altrettanti mezzi, un’azienda gestita dai fratelli Baldassar e un’azienda all’estero. «Una crisi come questa non si era mai vista - racconta Giancarlo, nell’ufficio dove lui stesso fa imprenditoria insieme al fratello – Ho sempre girato con il camion, oltre a seguire la parte imprenditoriale. Ora però la situazione è molto preoccupante, specie per le piccole aziende artigiane di cui è composto il nostro mondo: avere credito dalle banche è difficilissimo, i paesi esteri ci battono su costo del lavoro, cuneo fiscale e tassazione, perché gli altri costi sono quasi identici. E’ qui che sta il nodo, lo so perché ho anche un’azienda all’estero. E se voglio che la mia azienda funzioni anche oggi, devo ritornare a fare quello che fanno tanti nostri imprenditori, lavorare nella mia azienda. Dovrò affrontare viaggi che dureranno anche diversi giorni, quindi non avrò tempo di seguire come si deve l’attività del consiglio, cosa che richiede impegno. Ecco perché mi sono dimesso. Il sindaco, la giunta, il consiglio, i miei colleghi di partito hanno capito la situazione e mi hanno ringraziato. Io continuerò comunque la mia attività nelle associazioni e in politica, al consiglio ci verrò come spettatore». Per lo stesso motivo Baldassar si è ritirato, qualche mese fa, dalla carica di presidente del Catavv di Vittorio. Resta nel cda dell’associazione di autotrasportatori. «La poltrona non mi è mai interessata, si fa attività politica per essere propositivi – dice – Oggi i problemi sono altri, penso agli imprenditori che si sono tolti la vita, sono storie che mi hanno scioccato. E’ incredibile quanto un territorio che ha dato tanto come il Veneto oggi non riesca ad ottenere niente dal Governo e dalle banche, se non poco o nulla». E, sarà un caso, altri due nomi in lista dopo Baldassar hanno rifiutato, sempre per motivi di lavoro, di occupare la poltrona da lui lasciata libera. Entrerà Giuseppe Pasin, professionista di Cappella e compagno di partito.

Alberto Della Giustina

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