L’arte di Simon Benetton un museo sempre aperto
la storia
A pochi passi dalla famosa fucina dei Benetton oggi in disuso, c’è il “Museo Simon Benetton”, oggetto di un restauro conservativo portato avanti dalla famiglia del maestro con grande impegno e dedizione. Una singolare iniziativa privata che ha saputo valorizzare il patrimonio artistico e culturale che il maestro ha portato avanti in oltre sessant’anni di attività. Inaugurato nel giugno del 2018, oggi continua la grande esposizione permanente “La Vita e l’opera” del maestro Simon attraverso una mostra antologica retrospettiva di scultura e pittura dal 1950 al 2016. A tre anni dalla sua inaugurazione è divenuto meta di numerosi appassionati d’arte, che hanno potuto visitare l’atelier, oggi trasformato in centro museale aperto al pubblico anche durante il periodo pandemico. Un luogo che, grazie anche al parco delle macro sculture, offre una visita itinerante proponendosi come il luogo ideale per organizzare eventi. «Abbiamo avviato una collaborazione diretta con l’attuale amministrazione comunale che sta prendendo forma», dice il direttore del museo Artur Valerio, «La messa in vendita della fucina in zona Sant’Artemio non vuole far finire nel dimenticatoio due generazioni d’arte, bensì dare una ulteriore spinta alle iniziative e alla valorizzazione del museo, aperto da tre anni, luogo apprezzatissimo anche dall’attuale sistema museale di Treviso». Un percorso artistico e umano, quello di Simon Benetton, che permette di riscoprire una cultura che sembrava perduta: «Simon era l’uomo che ha scritto con passione il suo credo, con mani forti e generose ha modellato il ferro, con occhi chiari e sinceri ha guardato dritto alla vita di tutti i giorni portando messaggi di grande umanità al prossimo».
Le visite guidate sono programmabili attraverso il sito www.museosimonbenetton.com e offrono un’esperienza indimenticabile della durata di un’ora e mezza, tutti i giorni: dal lunedì alla domenica, «un modo nuovo per riscoprire il patrimonio storico culturale della città Treviso». —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso