L’Antica Osteria, arte dell’ospitalità e radici di famiglia

Il ristorante di Solighetto è gestito da Giovanni Perenzin

con la moglie Carla e il figlio Umberto. Lo spiedo: un must

Marina Grasso
Antica Osteria, i titolari Giovanni Perenzin, Carla e il figlio Umberto
Antica Osteria, i titolari Giovanni Perenzin, Carla e il figlio Umberto

PIEVE DI SOLIGO. «La prima lezione di mio padre fu: “Qua si parla in dialetto”, spiegandomi che anche così si assapora il territorio», ricorda Umberto Perenzin ripercorrendo la sua storia professionale all’Antica Osteria di via Brandolini. «La mia famiglia ha aperto questo locale nel 2003», spiega, «quando ancora andavo a scuola e nei week end davo una mano come potevo. Ma poi, finito il liceo scientifico, ho deciso di lavorare qui, certo che mio papà avrebbe saputo insegnarmi molto». Papà Giovanni, infatti, è stato a lungo cameriere e braccio destro, oltre che grande amico, del quasi leggendario Lino Toffolin, chef che ha saputo scrivere pagine memorabili della cucina e dell’accoglienza nazionale nella sua Locanda a Solighetto, a poche centinaia di metri dall’attuale Osteria dei Perenzin.

L’appartenenza al Quartier del Piave è profonda, in Giovanni: «Sono nato a Rolle, paese di fiaba, ho lavorato per 35 anni nel ristorante più bello del mondo ed ora ho trovato una nuova e appagante dimensione qui, con la mia famiglia», afferma con orgoglio. «Quando raggiunsi l’età della pensione, avrei voluto cambiare vita e fare il contadino, ma per fortuna seguii il consiglio di mia madre e vi rinunciai, anche perché mi fu proposta la gestione di numerosi locali. A questo, che era chiuso da un paio d’anni, con mia moglie Carla abbiamo voluto dare l’aspetto di un’osteria accogliente ma informale, dove tutti possono sentirsi a casa propria». «Abbiamo molto a cuore questo aspetto», sottolinea Umberto. «Tanto che la seconda lezione di papà fu: “Ricordati che un ristorante che funziona bene è quello dove le famiglie si riuniscono”. E accogliere allo stesso tavolo diverse generazioni che condividono i momenti importanti della vita è per noi sempre una grande soddisfazione. È come se la nostra casa fosse anche la loro».

Antica Osteria, Giovanni Perenzin con lo spiedo
Antica Osteria, Giovanni Perenzin con lo spiedo

Una casa arredata con grande attenzione ai dettagli, tra muri di pietra e travi al soffitto, grandi opere dell’amico Lino Dinetto che ha realizzato anche i sottopiatti in ceramica, antiche statue lignee di santi e Madonne collezionate da Giovanni e Carla e i vetri artistici di Murano di un altro amico, Dino Bugno: un insieme eclettico e prezioso che caratterizza le tre sale e che si riflette anche negli accurati arredi del giardino, all’ombra di tigli secolari.

Una casa dove il menu del giorno è rigorosamente recitato a voce «Perché anche questo è un saggio suggerimento di papà», spiega ancora Umberto: «Menu e listini si trovano ovunque, mentre qui i clienti trovano delle persone che raccontano e illustrano quello che la cucina propone, secondo stagione e secondo tradizione». Il pezzo forte del menu è, invariabilmente, lo spiedo che Giovanni, insignito del titolo di “Maestro dello Spiedo” dall’omonima associazione, sovrintende personalmente nel grande caminetto che troneggia in una delle sale: «Lo dobbiamo preparare ogni giorno, in tutte le stagioni, sia per pranzo sia per cena», afferma: «Anche se la nostra cucina è anche molto altro, e il nostro chef Nicola Balliana è molto bravo e fantasioso, lo spiedo resta imprescindibile per i più. D’altronde, si tratta di una preparazione che necessita di sei ore di cottura, di attenta preparazione e di continua attenzione, quindi molto difficile da realizzare a casa. E poi, com’è noto, è il piatto che caratterizza tutta la cucina della Pedemontana, quindi è anche logico, e per noi molto lusinghiero, che i clienti si aspettino di trovarlo sempre».

Antica Osteria, al centro lo chef Nicola Balliana
Antica Osteria, al centro lo chef Nicola Balliana

Chef Nicola, che in cucina si avvale dell’aiuto di Federico e, ma solo per la pasticceria, anche di Umberto, racconta così l’offerta complessiva: «Cerchiamo di raccontare il territorio anche nel piatto, con piatti secondo tradizione anche se con un pizzico di modernità. Ci piace far gustare anche i numerosi turisti, tra i quali tanti stranieri che stanno finalmente tornando in grande numero, delle usanze e dei prodotti locali, spaziando dai funghi alle erbe spontanee, dalle cotture delle carni “in tecia” alla pasta fatta in casa».

La signora Carla sovrintende il tutto, forte di una lunga esperienza precedente nel settore commerciale: «Sono sposata con Giovanni da 42 anni e lavoro con lui da quasi venti. Sono molto orgogliosa di quello che ha realizzato e di come vive con grande amore il suo lavoro. E lo sono ancora di più della passione che ora condivide con lui nostro figlio Umberto, intenzionato a continuare la tradizione di famiglia con grande entusiasmo».

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