Casale, addio Sartorato: fece la storia del rugby

Architetto e imprenditore si è sentito male a Jesolo. Aveva 92 anni. Le condoglianze di Zaia

Pietro Nalesso
Ferdinando “Ferdy” Sartorato durante una delle sue azioni volanti
Ferdinando “Ferdy” Sartorato durante una delle sue azioni volanti

È scomparso ieri Ferdinando “Ferdy” Sartorato a 92 anni. Casalese di Lughignano, leggenda del rugby e architetto, ha lavorato fino alla fine per l’impresa di famiglia, la Costruzioni edili Sartorato.

 

Si è sentito male mentre prendeva l’aperitivo a Jesolo, è morto lunedì 28 alle 10 all’ospedale di San Donà di Piave. Fu architetto di successo: prese il diploma da geometra al Riccati, si laureò in Architettura a Venezia nel ’78, a 45 anni, aveva un albergo a Jesolo. A Casale è un’icona per le imprese compiute con la palla ovale: fu il secondo internazionale più anziano dopo Remo Zanatta, andò in Inghilterra a giocare a XII da professionista ai Rochdale Hornets, roba da pioniere vero e proprio.

Un ritratto di Ferdinando Sartorato
Un ritratto di Ferdinando Sartorato

Mediano di mischia di classe sopraffina, oltremanica giocava sotto falso nome perché non era consentito all’epoca giocare a rugby da professionista; per il Casale fu giocatore e presidente nelle stagioni 80/81 e 81/82, fu una colonna della Faema Treviso della stagione 1955/56, vincitrice del primo Scudetto. Ricordato per il suo stile di gioco spettacolare (nella storia i suoi passaggi aerei in tuffo verso l’apertura), nella sua unica stagione inglese perse il campionato in semifinale contro il Wigan, la squadra più forte al mondo dell’epoca.

 

Azzurro n. 159, ha collezionato tre presenze con l’Italia, ricevendo il cap nel salone d’onore del Coni nel 2013. Dopo la carriera si dedicò agli studi e al lavoro in famiglia: aveva già perso la moglie Luciana Conte 10 anni fa, viveva in una villa da sogno nella sua Lughignano, ha lavorato fino alla fine: descritto come leader carismatico, decisionista, a volte fin troppo duro.

 

Due anni fa gli fu ritirata la patente e fu un duro colpo per Sartorato, da allora il vulcanico Ferdy si faceva accompagnare in auto. Seguiva ancora il rugby da vicino. Era andato a vedere i Mondiali in Francia, ed è rimasto per lungo tempo nel consiglio direttivo del Casale, lasciando nella memoria le sue imprese in campo.

 

Oltre alla FIR, anche il presidente della Regione Luca Zaia si è unito al cordoglio: «Se ne va una figura che ha segnato la storia del rugby veneto e italiano. Una leggenda, un uomo che ha vissuto con passione e coraggio un’epoca pionieristica dello sport, contribuendo con il suo esempio a scrivere pagine indimenticabili della nostra memoria collettiva. A nome mio e della Regione Veneto, esprimo il più profondo cordoglio alla famiglia e alla comunità rugbistica». Lascia la figlia Nicoletta e le nipoti Alma e Sol, funerali venerdì nella chiesa Arcipretale di Casale alle ore 15. 

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