L’agricoltura di Marca del futuro? Bambù, canapa e melograno
SANTA LUCIA. Alla Fiera internazionale dell’agricoltura di Santa Lucia di Piave ieri si è discusso di tecniche e redditività delle nuove colture. Il convegno è stato organizzato dalla Coldiretti di...
SANTA LUCIA. Alla Fiera internazionale dell’agricoltura di Santa Lucia di Piave ieri si è discusso di tecniche e redditività delle nuove colture. Il convegno è stato organizzato dalla Coldiretti di Treviso insieme alla Banca della Marca. Elio Tronchin, della Coldiretti di Treviso, ha svolto il ruolo di moderatore fra i vari interventi. In favore della coltivazione del bambù hanno preso parola Andrea Masutti e Fabrizio Dalla Libera di Orizzonte Bambù Italia: «In Veneto sono presenti 170 ettari di appezzamenti di bambù, 37 nella sola provincia di Treviso. Questa coltivazione è molto diversificata: il germoglio può essere venduto sott’olio o sott’aceto, la canna può essere trasformata in carta o in legno». Elia Barban, in rappresentanza di Canapa di Marca e Canapari veneti, espone i vantaggi della canapicoltura: «Un tempo l’Italia era la seconda produttrice mondiale di canapa. Trent’anni fa abbiamo smesso di fare ricerca sulle numerose potenzialità di questa pianta. La maggior parte di voi non lo saprà, ma le banconote euro che avete nel portafogli sono in fibra di canapa». Una legge entrata in vigore a gennaio del 2017 ha promosso la coltivazione di questa pianta, le cui proprietà beneficano il terreno riducendo il rischio di desertificazione. «Dal punto di vista economico non ci sono ostacoli», spiega Barban, «visto che la pianta non richiede trattamenti. Il problema è la falsa credenza che canapicoltura e marijuana siano la stessa cosa, mentre le specie di canapa coltivabili devono avere un contenuto di THC inferiore ad un certo limite stabilito per legge». L’augurio di Barban è che in futuro si coltivi la canapa per uso alimentare. A diffondere l’importanza del melograno è Luciano Trentini di Macfrut: «L’Italia ha superato la Spagna in termini di superficie coltivata. Oggi se ne stanno riscoprendo i benefici, per esempio come terapia antinvecchiamento. L’ostacolo maggiore sono i costi di irrigazione, che questa pianta richiede in abbondanza». Piero Mollea, della Marchisio Nocciole riferisce al pubblico la sua esperienza nella coltivazione della nocciola in Piemonte: «La nocciola garantisce stabilità dei prezzi». Fabiano Toffoli e Davide Nucilla, del Distretto del luppolo e del farro di Asolo, riportano le loro perplessità: «La coltivazione del luppolo in Italia si sta sviluppando in maniera disordinata. Al momento mancano i tecnici e gli agronomi necessari. Noi, nel nostro piccolo, guardiamo alla Germania come modello».
Valeria Roma
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