L’Agenzia delle entrate sbaglia una data: la multa la paga l’utente

Beffa del bollo auto, a essere incappato un disguido burocratico è un docente di Castelfranco

CASTELFRANCO. Dovrà pagare una sanzione di oltre cento euro per colpa... dell’Agenzia delle entrate. Ad essere incappato un disguido burocratico è un docente di Castelfranco che fino a pochi giorni fa era sicuro al cento per cento di essere in regola con il bollo auto, fidandosi del database dell’Agenzia delle Entrate. Invece non era così: puntuale e pure in anticipo sul termine del 31 gennaio aveva provato a rinnovarlo, ma il terminale dei vari punti di pagamento (uffici postali, tabaccherie, ecc.) non permetteva di concludere l’operazione. «A questo punto non mi è rimasto che ricorrere all’Aci», spiega il professore, «e così ho scoperto qual era il problema: la scadenza non era a gennaio bensì a ottobre. Ho fatto presente che cosa riportava il database dell’Agenzia delle Entrate, ma non c’è stato verso di venirne a capo».. L’inghippo comincia nel 2014: «Avevo appena acquistato un’auto usata e subito mi sono premurato di controllare la scadenza del bollo. Dopo aver inserito il numero di targa mi appare il termine “12/2014” , ergo dicembre dello stesso anno».

Come è noto, si può pagare senza penali anche dopo la scadenza, entro un mese. E così ha fatto dal gennaio 2015 fino a quello del 2018. Poi l’altro giorno l’amara sorpresa: tutto bloccato, pregasi chiedere informazioni. E qui salta fuori non solo la scadenza “giusta” ma anche che un paio di anni fa la Regione (che gestisce il pagamento del bollo auto) gli aveva notificato con una raccomandata il ritardo del pagamento. «Quella raccomandata non l’ho mai vista perché mi era stata recapitata a un indirizzo dove non abitavo più: e, passato il periodo di giacenza, è stata rinviata al mittente» . Fatti i calcoli di quattro pagamenti ritardati, per mettersi a posto ora dovrà sborsare oltre cento euro, più ovviamente quelli del bollo per il 2019. «La cosa che più mi ha amareggiato è che non è valsa a nulla la mia buona fede, nonostante le pezze giustificative del caso, dove si evidenzia che l’errore non è mio, ma dell’Agenzia delle Entrate. Se non posso fidarmi di un database istituzionale come quello, di chi devo farlo? «Ora che lo sa, il docente andrà sempre a pagare ad ottobre. Ma ora che è emerso l’errore – a sue spese – sperava almeno che il dato venisse corretto. Fiducioso, ha inserito nuovamente nel database dell’Agenzia delle Entrate il numero di targa. Risultato: scadenza del bollo dicembre 2019, tutto sbagliato. Come prima. –

Davide Nordio
 

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