L’addio a Vasco Cavasin con l’idea di intitolargli lo skate-park cittadino

MONTEBELLUNA
«Speriamo che lo Skatepark venga intitolato al suo nome»: l’invito a dare il nome di Vasco Cavasin all’impianto cittadino per praticare lo skateboard è arrivato direttamente dall’altare maggiore del duomo di Montebelluna. L’auspicio è stato fatto infatti da don Giacomo nel corso della sua omelia ai funerali di Vasco Cavasin, il presidente della Roces, ucciso dal covid all’età di 73 anni. C’era parecchia gente ieri alle esequie funebri, celebrate in duomo, dell’industriale che aveva portato la Roces ad essere uno dei più importanti brand a livello internazionale nel settore dei pattini: imprenditori, gli amici dei Selese, i dipendenti della Roces, i molti amici che l’imprenditore aveva. C’erano il presidente dell’associazione Sportsystem Patrizio Bof, De Bortoli della DB Group, il sindaco Elzo Severin, l’ex sindaco e primo presidente dei Selese Silverio Zaffaina, l’imprenditore nel settore degli impianti enologici Vittorio Dalla Toffola e vari altri. Tutti intervenuti a dare l’ultimo saluto a uno dei protagonisti della storia della città e della sua economia degli ultimi 50 anni.
La bara è arrivata puntuale alle 15 davanti al duomo, accompagnata dalla moglie di Vasco, Raffaella, dal figlio Massimo, dai nipoti Francesco Giovanni e Giacomo, dal fratello Valter, dagli altri famigliari. Nella sua omelia don Giacomo ha ricordato la poliedricità di Vasco Cavasin, il lavoro fatto per far crescere, assieme al fratello Valter, l’azienda di famiglia fino a farla diventare leader nel settore dei pattini a livello mondiale, la sua disponibilità per la città con le varie iniziative di cui era stato partecipe. Il sacerdote ha voluto poi ricordare le parole del figlio Massimo, quella frase «Vasco era un buono», con cui aveva descritto il padre, ha quindi esortato i nipoti a continuare a sentire vicino il loro nonno, per sempre. —
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