La visita del cardiologo: «Si spogli tutta»

Una delle vittime dei “controlli” di Malavisi racconta alla “tribuna”: «Mi ha detto di togliermi tutti i vestiti, mi sono rifiutata»

CONEGLIANO. «Quella visita mi è sembrata strana, ma io alle sue richieste mi sono opposta». La testimonianza è di una 43enne coneglianese, di cui manteniamo l'anonimato per tutelarne la privacy. Ma potrebbe essere solo la prima, tra le persone visitate dal cardiologo Alessandro Malavisi, a uscire allo scoperto per denunciare pubblicamente una visita decisamente inappropriata. La visita “hot”. «Ero seduta davanti alla scrivania», racconta la donna, «quando mi chiesto di spogliarmi. Mi sono tolta la maglietta, ma mi ha detto che dovevo spogliarmi completamente: sono rimasta in reggiseno». Emergono altri racconti di quelle «strane visite», del cardiologo indagato per violenza sessuale.

Due donne ieri hanno contattato la polizia dopo aver letto la notizia. Anche la quarantenne coneglianese ha intenzione di rivolgersi agli inquirenti. «Mi ha spostato un po' il reggiseno mentre mi visitava ma non ha insistito», racconta la signora, «però quella visita mi è sembrata strana, nemmeno quando vado dal ginecologo mi dice “si spogli” quando sono seduta davanti alla scrivania. Quando sono tornata a casa ho raccontato a mio marito cosa era accaduto, oggi ho ripreso quel certificato medico. Se ripenso che quel giorno dopo di me c'erano diverse altre donne che dovevano sottoporsi alla visita...». La signora era andata nel centro di Medicina e Salute ad ottobre, usufruendo di una convenzione della palestra a cui si era iscritta, per ottenere il certificato per l'attività non agonistica. «Aveva visitato me e la mia fidanzata, con lei non si era comportato molto professionalmente», spiega un trentenne residente del Coneglianese. Dimesso da Medicina e Salute. Alessandro Malavisi, 49 anni di origini veneziane, cardiologo iscritto da esattamente vent'anni all'ordine dei medici di Padova, esercitava in più strutture private nella Marca. Risulta che come libero professionista abbia collaborato anche con l'azienda sanitaria Ulss 7. Nel novembre del 1990 si è laureato in medicina all'Università di Padova, dove nel 1996 ha ottenuto la specializzazione in Cardiologia. Fino a due settimane fa lavorava al centro di Medicina e Salute di Conegliano, dove ha rassegnato le dimissioni a seguito della vicenda giudiziaria che lo ha travolto.

Dal poliambulatorio di Conegliano spiegano di essere all'oscuro e parte lesa nella vicenda e per questo hanno affidato mandato ai propri legali per tutelarsi. La squadra di calcio lo cancella. Il dottor Malavisi è specializzato nella medicina sportiva e da cinque anni era medico sociale del calcio Vedelago, dove nei giorni scorsi ha rassegnato il proprio mandato. Anche a Vedelago sono rimasti stupiti nell'apprendere la notizia. Sul sito internet della società è stato presto cancellato il suo nome dall'organigramma e ora la squadra è in cerca di un altro medico. Secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe chiesto alla mamma di un baby calciatore di farsi visitare perchè aveva notato un gonfiore alle gambe. Con questa scusa si sarebbe avvicinato alle sue pazienti, ipotizzando un problema di emorroidi e quindi effettuando delle esplorazioni rettali. Il sospetto della palestra. I responsabili di una palestra di San Vendemiano invece nei mesi scorsi avevano avuto sentore di una richiesta anomale durante la visita.

«Il familiare di una nostra giovane cliente ci aveva segnalato una cosa inusuale nella visita, la richiesta di un'ispezione anale», spiegano dal Joy club, «abbiamo segnalato il fatto alla struttura, chiedendo che le nostre clienti fossero visitate da altri cardiologi». Sospeso dal giudice. Il giudice per le indagini preliminari ha deciso di sospendere dall'attività il cardiologo, che è stato accusato di violenza sessuale nei confronti di alcune sue pazienti. «Le donne che hanno subito lo stesso trattamento sono invitate a rivolgersi alla Questura», ha detto il dirigente della squadra mobile Enrico Biasutti. Le verifiche su quanto accaduto sono ancora in corso e non si esclude che vi possano essere altri casi, oltre ai sei emersi e le due denunce.

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