La troupe di Albanese a Mogliano

Dal 28 giugno il municipio ospiterà le riprese del sequel del fortunatissimo “Qualunquemente”
Una foto di scena QUALUNQUEMENTE di GIULIO MANFREDONIA con Antonio Albanese, Sergio Rubini, Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Davide Giordano e Luigi Maria Burruano. 'Qualunquemente' guarda alla 61/ma edizione del Festival di Berlino (10-20 febbraio). Probabilmente l'annuncio ufficiale del Festival arriverà solo domani. Ancora non è noto se il film sarà in concorso o in una delle sezioni collaterali della Berlinale. ANSA / 01 DISTRIBUTION +++NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++
Una foto di scena QUALUNQUEMENTE di GIULIO MANFREDONIA con Antonio Albanese, Sergio Rubini, Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Davide Giordano e Luigi Maria Burruano. 'Qualunquemente' guarda alla 61/ma edizione del Festival di Berlino (10-20 febbraio). Probabilmente l'annuncio ufficiale del Festival arriverà solo domani. Ancora non è noto se il film sarà in concorso o in una delle sezioni collaterali della Berlinale. ANSA / 01 DISTRIBUTION +++NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++

MOGLIANO. Il municipio di Azzolini si trasformerà dal 28 giugno in set cinematografico: fra una settimana in sala consiliare le riprese di “Tutto tutto, niente niente”, in uscita il 21 dicembre, con Antonio Albanese, sequel del fortunatissimo“Qualunquemente”. Il teatrino della politica moglianese lascia così spazio, per una volta, agli attori veri. La sala dove vengono abitualmente convocate le riunioni del consiglio comunale, sarà invasa da macchinisti, luci cinematografiche, cineprese, truccatori e dalla travolgente simpatia del popolare comico brianzolo. A sancire il silenzio non sarà più l'autorità del presidente ma il fatidico “Ciak si gira!”. Nei giorni scorsi la giunta ha dato il suo benestare alla richiesta di poter ambientare nella sede municipale alcune scene del nuovo film. «Probabilmente», spiega l'assessore alla cultura Giorgio Copparoni, «le riprese si terranno il 28 giugno, ma la data potrebbe slittare in base alle esigenze della troupe. Tra le altre location ci dovrebbero essere anche Forte Marghera e forse l'areoporto di Treviso». Il regista Giulio Manfredonia e Antonio Albanese tornano dunque assieme dopo. “Cetto La Qualunque”, l'uomo politico del sud corrotto, perverso e spregiudicato, sarà questa volta affiancato da nuovi personaggi. Oltre all'ambiguo fondatore del “Partito du Pilu” Albanese impersonificherà anche il secessionista Rodolfo Favaretto e lo stupefacente mistico Frengo Stoppato. Per loro, alla faccia delle leggi anticorruzione, si profila un'irrefrenabile ascesa dal carcere al Parlamento. Nel cast del film, distribuito dalla Fandango in collaborazione con Rai Cinema, c'è anche l'attore Paolo Villaggio che interpreta il ruolo di un comico genovese eletto presidente del consiglio. E anche qui i riferimenti, per chi vuole coglierli, ci sono tutti. A proposito di coincidenze, impossibile non chiedere al sindaco Azzolini, che per diverse stagioni è stato pr dei locali notturni moglianesi e jesolani, se non senta di avere qualche elemento in comune con il personaggio comico lanciato da Antonio Albanese: «Assolutamente nulla», risponde il primo cittadino, che sorvola anche perché non ha visto il film, «è solo una macchietta. Con l'attore spero di avere in comune molte cose: la stessa simpatia e la capacità di far sorridere in compagnia, non certo però di far ridere con i miei atti amministrativi. Antonio Albanese in ogni suo ruolo, da Frengo a quelli nuovi che ci sono in questo nuovo film trovo sia un grande attore comico, al di là delle parodie che non mi interessano». Le analogie, casuali o meno che siano, interessano però molto l'opposizione, che tra il sindaco moglianese e la parodia del film ne vede parecchie: «Chissà che la scelta di Mogliano non porti ulteriore ispirazione», commenta il segretario Udc, Arthur Carponi Schittar , «di certo il fatto che un film su un politico cialtrone e disonesto finisca per essere girato proprio a Mogliano è molto ironico. Cetto La Qualunque fa ridere dell'italiucola politica perché è finto, sono i politicanti da strapazzo veri che invece fanno piangere. Tra tutti i problemi che ha il nostro comune, ora finisce per ospitare un film sulla politica malata».

Matteo Marcon

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