La solitudine dei ragazzi impreparati alle sconfitte

I giovani e l'incapacità di sopportare il peso di un amore finito. Un fenomeno preoccupante che tocca da vicino anche la Marca Trevigiana: in pochi giorni due tentativi di suicidio da parte di adolescenti. Venerdì scorso a Piavon di Oderzo un ragazzo di 17 anni si è dato fuoco dopo essersi cosparso il corpo con del liquido infiammabile. Mercoledì una ragazzina di 15 anni si è lanciata dalla finestra del suo appartamento al terzo piano di un condominio a Treviso. Fortunatamente si sono salvati. Ma questi loro gesti così drammatici lasciano spazio a degli interrogativi pesanti, se si pensa che il comune denominatore è l'incapacità di accettare la rottura di una relazione sentimentale. Episodi estremi che ci possono dire un po' di tutto il resto. Di come oggi gli adolescenti si amano e si lasciano, tra i selfie di un amore perfetto e condiviso con migliaia di “amici”, e la solitudine del rifiuto che ha portato alle cronache recenti. «Non parlerei di fragilità emotiva sarebbe una sintesi esagerata e banale. Il suicidio è sempre frutto di un grande disagio e di un profondo dolore, è il gesto con cui la propria vita viene destinata alla morte. Nel caso di un adolescente che si trova a vivere i primi amori può mancare la capacità di elaborare la sofferenza di un abbandono» spiega la psicologa Vera Slepoj, che nel libro “Psicologia dell'amore” indaga il sentimento rapportandolo al contesto storico e sociale in cui viviamo.
Come si amano gli adolescenti di oggi?
«In modo più rigido rispetto al passato e hanno aspettative molto più alte rispetto al sentimento che li porta addirittura a temerlo. I suicidi per amore fanno parte della storia umana ma nel caso degli adolescenti contemporanei c'è una maggiore solitudine, hanno famiglie meno strutturate di un tempo e il mondo virtuale in cui sono immersi, questa sorta di neoromanticismo del selfie, li porta a non avere strumenti per affrontare la sconfitta».
Le prime delusioni amorose possono fare male al punto di diventare letali?
«Più un amore è ideale più la sua fine verrà concepita come irreversibile. Nel caso dei due ragazzini che hanno tentato di togliersi la vita credo si possa parlare di suicidi emotivi, determinati da una frustrazione non emersa all'esterno che si è depositata nella relazione, portandoli all'inaccettabilità della fine di un legame».
Si può parlare di amore malato?
«L'amore è destinato ad essere vissuto con meccanismi di attaccamento e di perdita. Quindi la capacità di stare legati a qualcuno ma anche di concepire un'autonomia nel sentimento, e la sua probabile fine, devono essere costruite da ogni individuo».
Gesti gravi come il suicidio si possono prevenire?
«È importante che la famiglia sia vicina ai giovani che vivono i primi amori, perché si tratta della fase in cui ragazzi e ragazze destinano per la prima volta un sentimento verso qualcun altro che è diverso da loro stessi. La delusione dell'adolescente non andrebbe mai presa con leggerezza o derisa, è utile analizzarla ed elaborarla, da lì nascerà la futura visione di affettività».
Come si può reagire di fronte a una delusione adolescenziale profonda?
«È importante capire il valore della vita e che questa non finisce quando termina un amore. Nella realtà non sempre si è amati, corrisposti o si realizzano i propri desideri. Anche i grandi amori possono non avere durata eterna, bisogna viverli come delle esperienze preziose. Anche se arrivati al capolinea non vuol dire che non abbiano avuto un senso».
Valentina Calzavara
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