La rete boccia la protesta anti Happy Fit
«L’invidia è una brutta bestia, state serene». Oppure: «Rideteci su!». «Ogni volta che passo per la Treviso Mare e vedo quel cartellone mi faccio il segno della croce», ironizza qualcun altro. Il caso delle sostenitrici di “Se non ora quando” che lottano per la difesa della dignità della donna, che lunedì sera sono andate a protestare davanti alla filiale della palestra Happy Fit di Sant’Angelo, ha generato un acceso di battito. Armate di tapiro e cartelloni hanno protestato contro la cartellonista pubblicitaria che campeggia sulla Treviso Mare: un fondo schiena lievemente mascherato da uno slip in pizzo e la scritta: “Che culo, c’è Happy Fit”.
La loro azione dimostrativa è stata accolta con pareri assolutamente discordanti, a sorpresa soprattutto dal genere femminile. Sul profilo Facebook della “tribuna” si legge per esempio: «Con tutti i problemi che ci sono in Italia perdiamo tempo con queste cose?», scrive Camilla. «Tutta invidia», rincara Emila. Qualcuno fa notare che il cartello è esposto da parecchio tempo: «Almeno due anni. E poi, cosa dite di tutte le altre pubblicità dello stesso tenore?», aggiunge Luca. Qualcuno invece sta dalla parte delle manifestanti: «Perché ancora una volta il sedere di una donna anziché la pancia piatta di un uomo?», scrive Irene. Francesa Vio che lunedì sera ha protestato davanti ad Happy Fit commenta: «È da un anno e mezzo che ci battiamo per la rimozione di quel cartello. Non siamo moraliste: questa protesta è una cosa seria. Non voglio che mia figlia cresca in una società in cui sarà costretta a utilizzare il suo corpo come strumento». (s.g.)
LA PROTESTA CONTRO
IL MANIFESTO: DI’ LA TUA
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