La Regione si prende villa Rieti
Motta. L’ente di Zaia avoca a sè la proprietà, a metà giugno nuova asta per la cessione da 5,6 milioni

MOTTA DI LIVENZA. Villa Rietti Rota di Motta di Livenza è stata ceduta alla Regione. Martedì, Veneto Agricoltura, azienda regionale per i settori agricoli, forestali in liquidazione, ha consegnato alla Regione le chiavi del complesso architettonico, eretto nel 1580 a Villanova dal nobile Filippo Filippi. Nel corso dei secoli la villa è passata nelle mani di molte famiglie nobiliari, tra cui i Tiepolo e i conti di Papadopoli ed è stata teatro degli avvenimenti storici del 900. Durante la prima guerra mondiale era stata adibita a ospedale militare austriaco, mentre nel secondo conflitto era stata razziata dalle truppe tedesche di passaggio. La villa nel 1928 divenne proprietà della famiglia Rietti Rota, di cui porta il nome, che la restaurò e la tenne fino al 1972, anno in cui fu acquistata dall’ente nazionale Tre Venezie per poi essere ceduta a Veneto Agricoltura nel 1999. Negli anni 2000 è stato utilizzata come centro di formazione, per poi cadere in disuso dopo un lavoro di restauro, costato due milioni e mezzo di euro. Nel 2013 il consigliere Umberto Perissonotto del “Partito della libertà” si era appellato alla Regione, per una riapertura del complesso «Villa Rietti Rota è chiusa da tempo: la Regione non l’abbandoni», il suo appello. La struttura è inserita all’interno del catalogo generale dell’Istituto regionale per le Ville Venete come stabile di interesse culturale, possiede uno splendido parco con alberi secolari a ridosso dell’argine del fiume Livenza, è circondata da annessi rustici, come le barchesse e da una chiesetta dedicata a Sant’Anna. Le varie strutture si trovano in discrete condizioni manutentive, agibili e arredate, immediatamente utilizzabili per una superficie complessiva di 19. 625 mq, 1. 613 mq occupati dai fabbricati, 820 dal piazzale pavimentato in cotto e i restanti dal parco, dal parcheggio e viabilità interna.
Dopo una prima messa in asta dell’edificio da parte di Veneto Agricoltura con una base di offerta di 5.600.000 euro, andata deserta, la Regione ha avocato a sé la proprietà della villa. La struttura, grazie ai lavori fatti, potenzialmente potrebbe essere adibita a ristorante, albergo, sala congressi o a uffici, un vero e proprio fiore all’occhiello del territorio. La speranza della Regione è nel buon esito della seconda asta di metà giugno, con una base delle offerte pari a 5.600.000 euro. Qualora la seconda asta dovesse andare deserta, la Regione Veneto potrà promuoverne una terza con una riduzione di prezzo pari al 10% del valore di stima del bene, in modo da rendere più appetibile l’offerta.
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