La questura di Treviso vuole lasciare l’Appiani: affitto troppo caro, si costruirà la sede

La Polizia ha due anni di contratto alla Cittadella delle Istituzioni, ma si pensa già al trasloco per abbattere i costi

TREVISO. Il futuro della Questura non passa per l’ex Appiani dove la Polizia e la Polstrada sono inquilini del torrione A da 9 anni, con scadenza di contratto tra fine 2002 e inizio 2023. Con tanto di uffici, park e garage, sale operative, e alloggi di servizio per questore e dirigenti.

Non è la prima volta che se ne parla, ma questa volta diversi elementi confermano la volontà di studiare, per la prima volta, la fattibilità di una nuova sede per i circa 220 dipendenti della Polizia e della Polstrada trevigiane (commissariato di Conegliano escluso).
 

Passerini Treviso inaugurazione nuova quiestura con ministro maroni agenzia fotografica foto film
Passerini Treviso inaugurazione nuova quiestura con ministro maroni agenzia fotografica foto film

Questura e piani alti del ministero degli Interni – il cui rappresentante territoriale per la Marca è il prefetto – ritengono oneroso restare inquilini della Cittadella delle Istituzioni di proprietà di Fondazione Cassamarca, e spingono per una nuova sede.

E qui sta il punto più rilevante delle voci che si rincorrono da qualche settimana, non escludendo la costruzione ex novo di una sede su una superficie non inferiore a 10 mila metri quadrati, sulla scia di quanto realizzato negli ultimi anni in diversi capoluoghi italiani.

Opzione che avrebbe fatto scattare il coinvolgimento del Comune, sondato a quanto trapela in via non ufficiosa.

Dall’amministrazione comunale si leva un muro di massimo riserbo (c’era chi parlava persino di un atto ufficiale), ma è significativo che il sindaco Mario Conte, nel suo disegno di sviluppo della città, non abbia recentemente escluso una quarta fase del grande risiko immobiliare delle istituzioni e delle funzioni del capoluogo, che passerebbe anche per la nuova, futura collocazione della Questura. E già si parla di un’area comunale da offrire a prefettura e ministero.
 

Il questore
Il questore

Il grande risiko immobiliare, dunque, evolve: nato fra Comune, Fondazione Cassamarca e Provincia nel 1998, sindaco Gentilini, è stato rivisto successivamente sia ai tempi di Gobbo (fra primo e secondo mandato) sia da Manildo, fra 2014 e 2015.

Evoluzioni, revisioni e dietrofront che hanno intaccato pesantemente il disegno originario - basti pensare che né prefettura né la Camera di Commercio si sono infine trasferite all’Appiani - e che hanno lasciato contenziosi, destinazioni irrisolte (villa Franchetti a Preganziol) e revisioni in corso (vedi gli spazi dell’Università).

Per ora siamo a idee e progetti, ma è certo che i conti dell’affitto - si parla di non meno di 800 mila euro l’anno, a carico dello Stato - inducono a gettare le basi di una nuova sede, il cui costo sarebbe ammortizzato in un decennio e poco più. Senza dimenticare che più volte, in passato, i sindacati delle forze dell’ordine avevano rilevato carenze e insufficienze del torrione dell’Appiani, criticando le lusinghiere dichiarazioni dell’allora questore Carmine Damiano.

La storia dice che Fondazione Cassamarca, progettandola Cittadella Appiani oggi messa in discussione, gettò un salvagente fondamentale a suo tempo soprattutto a Polizia e Guardia di Finanza, allora in sedi chiaramente inadeguate, rispettivamente i palazzi Gritti e Barea Toscan di via Carlo Alberto e lo splendido edificio medievale di via Riccati.

Ma oggi un trasloco della Questura, per quanto più futuribile rispetto ai trasferimenti di Finanza ed Entrate verso la ex caserma Salsa di Santa Maria del Rovere, rimetterebbe in discussione l’identità dell’intera Cittadella.

La “Treviso 2” pensata allora da Dino De Poli, con Zaia e Gentilini, e nata fra 2009 e 2011, potrebbe già essere archiviata fra pochi anni.—


 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso