La perdita della madre Il dolore più grande è non essere amati più

È un best seller l’autobiografia romanzata di Gramellini Dopo 40 anni di silenzi e inganni, la scoperta della verità
Di Sara Salin
MILANO 08/10/2011 - TRASMISSIONE " CHE TEMPO CHE FA " NELLA FOTO MASSIMO GRAMELLINI FOTO INFOPHOTO
MILANO 08/10/2011 - TRASMISSIONE " CHE TEMPO CHE FA " NELLA FOTO MASSIMO GRAMELLINI FOTO INFOPHOTO

C'è un perché se Fai bei sogni di Massimo Gramellini è in testa alle classifiche. Edito da Longanesi, questo romanzo tenero e potente è uscito il primo marzo e gli scaffali sono rimasti subito vuoti. Il perché è una sorta di linea sottile che accomuna molti di noi, che dopo averlo letto hanno passato parola. E' quella linea costruita dal dolore di una perdita. Dall'assenza. Gramellini – vicedirettore de La Stampa, scrittore, ospite fisso del sabato televisivo di "Che tempo che fa" – racconta con grande coraggio la sua storia: la perdita della mamma quando aveva nove anni e una vita vissuta nel tentativo di rimuovere la sofferenza per una figura importantissima che non c'è più. Una bestia nel cuore che fin da bambino lui chiama Belfagor. Dopo quarant'anni di silenzi, di inganni e di desiderio inconscio di cancellare la verità, Gramellini scopre quasi per caso cos'è successo davvero quella notte dell'ultimo giorno dell'anno. Una storia che gli è cresciuta dentro per così tanto tempo e che prima o poi doveva essere tirata fuori e affrontata. Chi sceglie di leggere questo libro non può non sentirsi coinvolto. Chi lo legge e conosce il dolore dell'assenza non si sente solo strappare il cuore: si riconosce nelle righe più difficili ma soprattutto in quelle che fanno sorridere. Manie, ossessioni, paure, ipocondria, incapacità di instaurare relazioni affettive stabili per il continuo timore inconscio che tutto possa finire ancora una volta, lasciandoci nuovamente abbandonati e soli. «Non essere amati è una sofferenza grande, però non è la più grande: la più grande – scrive Gramellini – è non essere amati più». Il merito di “Fai bei sogni” sta proprio nel riuscire a mettere in parole scritte i pensieri, i sentimenti, l'angoscia e la rabbia che chi è stato ferito e privato dell'appiglio più solido che abbiamo nella vita spesso non riesce ad esprimere neppure a se stesso. Gramellini, con un linguaggio a volte fin troppo semplice, lo fa. Dà voce ai nostri interrogativi, ci aiuta a immergerci nelle nostre storie di vita, a capire che le delicate sfumature del dolore sono uguali per tutti. Quel vuoto dentro che non smette mai di accompagnarci anche quando alle spalle è passata più di mezza vita, trova conforto e leggerezza fra queste pagine. L'autore (e noi con lui) non smetterà probabilmente mai di chiedersi perché è successo proprio a lui, perché proprio la sua di mamma. Ma la scoperta di quella verità che forse non voleva conoscere lo aiuta a perdonare. Non cancella i ricordi. Rimuove solo il dolore associato al ricordo. Per poter iniziare a sentirsi completamente vivo.

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