La nuova Geriatria «Reparto modello»

Zaia apre una struttura più moderna nella tecnologia
Allegranzi Conegliano ospedale inaugurazione nuovo reparto geriatria Luca Zaia e Francesco Benazzi
Allegranzi Conegliano ospedale inaugurazione nuovo reparto geriatria Luca Zaia e Francesco Benazzi

CONEGLIANO. La geriatria non dev’essere un lazzareto, tanto meno un lager. Così disse l’anno scorso Luca Zaia, governatore del Veneto, dopo le lamentele che gli erano arrivate dai familiari di alcuni pazienti ricoverati in ospedali della regione. Il modello adesso c’è. Si trova al quarto piano dell’ospedale di Conegliano. Ed è stato inaugurato ieri, con tanto di benedizione di mons. Piersante Dametto, che ha parlato pure lui di un modello. Nel nuovo reparto, corridoi color giallo, stanze verdi e celesti, un’area di 1.600 mq, sono stati ricavati 40 posti letto, distribuiti in 6 camere singole con una superficie di 12 mq e 17 doppie, di 18 metri quadrati. «Qui finalmente i nostri anziani possono vivere in dignità gli ultimi loro giorni», ha detto con un sospiro di sollievo, dopo l’inaugurazione. E, attenzione: la prospettiva di vita, oggi ferma a 82,2 anni è programmata sanitariamente – ha ancora affermato il presidente – a 10 anni. Accompagnato dal direttore Francesco Benazzi e dal sindaco Fabio Chies, nonché dai massimi responsabili del reparto, il primario Sergio Peruzza e la coordinatrice Alessia Carnelos. Zaia ha visitato camera per camera. «Tutte le camere, dotate di servizi igienici – ha rassicurato Benazzi - sono state studiate in modo da garantire un’elevata qualità ambientale e un alto livello di umanizzazione. Oltre alle camere di degenza sono stati ricavati due studi medici, un ambulatorio infermieristico e alcuni locali tecnici». Il trasferimento della Geriatria nella nuova sede, in programma la prossima settimana, permetterà di ottenere significativi miglioramenti dal punto di vista sia strutturale che funzionale. «Tra gli obiettivi che ci eravamo dati – precisa il direttore - vanno ricordati anche il miglioramento del comfort e l’umanizzazione degli spazi mediante l’utilizzo di finiture, colori, arredi, volti a ricreare un ambiente familiare e accogliente, con particolare attenzione alla privacy dei pazienti». Per garantire il massimo comfort l’unità operativa è stata dotata di un impianto di aereazione all’avanguardia e di un impianto di condizionamento con possibilità di modificazione autonoma della temperatura in tutte le stanze. Grazie a una soluzione innovativa, tra le prime a livello sia regionale che nazionale, la temperatura di ogni stanza e l’impianto di illuminazione potranno essere controllati e regolati anche da remoto, tramite tablet, pc o smartphone. La spesa complessiva è stata di 1.780.000, cui vanno aggiunti i 330.000 per l’adeguamento sismico, per un totale di 2.110.000. Quello relativo all’unità operativa dell’ospedale di Conegliano è il secondo intervento voluto dal direttore generale, Francesco Benazzi, nell’ambito dei nosocomi dell’Uls 2: lo scorso 2 gennaio, infatti, erano stati inaugurati, a Treviso, i rinnovati locali della geriatria dell’ospedale Ca’ Foncello. D’altra parte – ha confermato il presidente – è proprio sulla condizione della geriatria che saranno verificate le caoacità gestionali i direttori generali; sulla sua capacità di essere umanizzante. Questo – ha sottolineato Zaia – è «un reparto 4.0». 1199 i ricoveri l’anno scorso. «Questa di Conegliano – ha aggiunto - è diventati un vero gioiello anche come tecniche di allestimento, con la climatizzazione diffusa che evita l’uso dei soffi d’aria dei comuni climatizzatori e con un sistema di illuminazione a led ai piedi del letto, che consente ai sanitari di intervenire in piena notte senza recare alcun disturbo ai pazienti che riposano».

Riferendosi all’ospedale di Conegliano, il presidente della Regione ha annunciato «altri nuovi investimenti, che presenteremo quando l’iter sarà concluso» e ha esortato tutti i presenti a «non considerare il nosocomio come una struttura di periferia».

Tanto meno una specie di parcheggio. Con l’organizzazione a rete e l’iperspecializzazione che abbiamo dato e incentiveremo ancora – ha concluso – in sanità la periferia non esiste più. Esiste un sistema complesso, fatto di uomini e donne capaci e di tecnologie all’avanguardia, che garantisce le migliori cure a tutti, indipendentemente da dove risiedono.

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