La nebbia cancella l’aeroporto Canova chiuso, centinaia a terra

Odissea per i viaggiatori in arrivo e in partenza. Tutti i voli dirottati o eliminati, caos nella hall Folla in coda agli sportelli, ma manca personale per gestire l’emergenza. Proteste: «Presi in giro»
Di Federico De Wolanski
DE WOLANSKI TREVISO CODA E NEBBIA ALL'AREOPORTO CANOVA
DE WOLANSKI TREVISO CODA E NEBBIA ALL'AREOPORTO CANOVA

Sono stati spesi milioni per rifare la pista, potenziare i sistemi elettronici, mettere a punto il Canova per gestire il traffico aereo anche in condizioni di emergenza meteo. Il sistema c’è, ma non è utilizzabile. Perché? Burocrazia. Risultati? La disastrosa situazione verificatasi ieri, secondo giorno di nebbia fitta, quando il Canova ha alzato bandiera bianca, azzerato dalla nebbia. Parigi, Londra, Charleroi, Chisinau, Praga: non c’è stato volo in partenza che sia riuscito a lasciare la pista di San Giuseppe e men che meno aerei che quella stessa pista siano stati in grado di raggiungerla: solo in mattinata sono stati cancellati 20 voli. Tutti quelli delle compagnie low cost diretti a Treviso sono stati dirottati a Venezia e Trieste dove si è cercato di gestire l’emergenza con pullman; gli stessi con cui venerdì altri passeggeri erano stato portati al Canova da Trieste nella speranza di partire per Londra quando in realtà l’aeroporto di San Giuseppe era fermo da ore.

Nessuna tregua, nessuna eccezione. E nel giro di poche ore la hall del Canova si è trasformata in un accampamento vociante di persone di ogni età, ragazzi che sognavano un weekend all’estero, famiglie che partivano per le vacanze, turisti che dovevano tornare a casa. Di tutto un po’. Alternative? In molti casi nessuna se non rinviare la partenza. A quando? Oggi, anche se le previsioni meteo non sono migliori.

Inevitabili le proteste, fortissime, di chi aveva prenotato alberghi, divertimenti, visite. Chi aveva speso del suo ed è stato costretto a considerare i soldi buttai dalla finestra. «Avevano prenotato un fine settimana a Praga», racconta Lorenzo, «ora la compagnia dice che può farci partire forse domani mattina da Bergamo. Peccato che il nostro volo di ritorno sia prenotato da Praga domani sera». In molti casi ai viaggiatori è stato pagato un albergo qui, in attesa di un volo. Ma a che prezzo? Quello di lunghe code davanti agli sportelli delle compagnie dove il personale (ridottissimo) è andato presto in affanno. Con inevitabili proteste da parte dei viaggiatori.Cancellati di netto o dirottati a Bologna e Venezia ovviamente anche i cinque voli in partenza per Palermo, Cagliari, Bari; così come i quattro in arrivo.

Una debacle totale: 45 voli saltati tra nazionali e internazionali e aeroporto di fatto chiuso. Una giornata incredibile per uno scalo che sogna piani di sviluppo da milioni di euro e pure il potenziamento dei voli. «Ad ogni modo, replicano dallo scalo, con una condizioni meteo simile, anche avessimo potuto attivarli, i nuovi sistemi non avrebbero permesso atterraggi o arrivi. Troppa nebbia».

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