La morte di Nicole I familiari accusano «Giustizia sbagliata»

«Se uccidi una persona con l’auto te la cavi con mille euro» Le associazioni rilanciano la legge per l’omicidio stradale
Di Massimo Guerretta

SAN VENDEMIANO. Nove mesi dalla morte del loro angelo, solo poche ore dal patteggiamento. Una lutto che non si placa, anzi, si rinnova dopo quanto stabilito dal giudice. Una pena troppo lieve per i familiari di Nicole Bergamo, che giuridicamente non hanno potuto opporsi all’accordo tra i difensori di Michael D’Altoè, il pm di Venezia Paola Mossa e il giudice Alberto Scaramuzza, che ha stabilito un anno per l’omicidio colposo e un mese di arresto e mille euro di ammenda per la guida in stato di ebbrezza del 19enne di Mareno di Piave che il 12 agosto dell’anno scorso provocò, a Jesolo, il terribile incidente che costò la vita alla 18enne di San Vendemiano. Mentre diverse associazioni continuano a raccogliere firme per portare in parlamento una proposta di legge sull’omicidio stradale, lo sfogo dei familiari è riassunto in un post pubblicato su Facebook da Damiana Bortot, la moglie di Paolo Bergamo (padre di Nicole) che adorava il sorriso della studentessa coneglianese: «In Italia se pubblichi la foto di un calciatore con una puttana ti becchi 8 anni di carcere, ma se ti ubriachi, fai il cretino con la macchina e ammazzi una persona te la cavi con 1000 euro di multa e il ritiro della patente per 3 anni. La giustizia italiana fa veramente schifo». Papà Paolo Bergamo – da poco trasferitosi in frazione Casan, sempre a Ponte nelle Alpi – aveva preso le distanze dopo l’incidente, affidandosi auna società di risarcimento danni per stabilire l’esatta dinamica del sinistro. Che è drammaticamente emersa negli atti giudiziari: «l’incidente trovò causa esclusiva nel comportamento dell’indagato, il quale per cause in prima analisi legate allo stato psicofisico rilevato – dopo l’incidente risultò positivo all’alcoltest con 1 grammo di alcol per litro nel sangue – e al comportamento tenuto di imperizia e imprudenza, perdeva il controllo della propria vettura che si trovava a marciare a circa 70 km/h, non riuscendo a mantenerla in carreggiata una volta innescato volontariamente una sequenza di scarti da destra a sinistra, e viceversa, messi in atto per diletto al fine di percorrere un tratto di strada zigzagando». La morte di Nicole Bergamo ha lasciato il segno in particolare nella madre, Barbara Pase. La donna ha lasciato il posto di lavoro, alla Ristorazione Ottavian, e ha labbandonato anche il condominio di via dello Sport a San Vendemiano, dove viveva con Nicole, per trasferirsi a Cordignano.

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