La maxi evasione del dentista furbetto

Sotto la scrivania il pulsante per cancellare il “nero”: 2,5 milioni in 4 anni. Sequestrati 8 immobili a Roberto Bressan
Di Marco Filippi

MONTEBELLUNA. Sotto la scrivania dell’impiegata c’era un pulsante rosso che permetteva di cancellare ogni traccia della contabilità in nero nel sistema informatico dello studio dentistico. In questo modo, in caso di sgraditi controlli da parte della Guardia di Finanza, in computer sarebbe rimasta traccia soltanto delle operazioni regolarmente certificate dalle fatture. Ma gli uomini delle Fiamme Gialle che, probabilmente, erano a conoscenza dello stratagemma, hanno agito con rapidità, impedendo qualsiasi inquinamento di dati. Al termine di un’indagine durata diversi mesi, la Guardia di Finanza ha denunciato un noto dentista, con studio a Montebelluna, il dottor Roberto Bressan, per dichiarazione infedele e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. In quattro anni, tra il 2009 e il 2012, secondo l’accusa, avrebbe nascosto al Fisco compensi per due milioni e mezzo di euro. Otto immobili di proprietà del dentista sono stati posti sotto sequestro per equivalente della somma evasa. L’indagine, ora, è destinata ad allargarsi anche agli odontotecnici e professionisti esterni che avrebbero fornito prestazioni in nero allo studio dentistico diretto da Bressan.

Il pulsante magico. Il blitz che ha permesso di scoperchiare il calderone risale a qualche mese fa. Un controllo mirato, non casuale, dopo aver effettuato un primo sommario incrocio di dati su dichiarazioni di redditi e patrimonio ed aver anche raccolto confidenze da clienti su presunti lavori in nero nello studio dentistico in questione. È stata la scoperta di un semplice tasto rosso, sotto la scrivania dell’impiegata che teneva la contabilità dello studio, a far scoprire il raggiro fiscale. Quel tasto, collegato ad un determinato programma, permetteva infatti di cancellare dal sistema informatico qualsiasi traccia di contabilità in nero. Oltre a scoprire l’artificioso meccanismo, i finanzieri hanno sequestrato anche diverse chiavette Usb nelle quali sarebbe stata “salvata” la contabilità in nero.

Contabilità parallela. Un sofisticato sistema di contabilità parallela dal quale si è scoperto che in quattro anni, dal 2009 al 2012, lo studio dentistico non aveva rilasciato oltre 10.000 ricevute fiscali. La contabilità ufficiale e quella in nero era contraddistinta da due voci. Nella voce “Totali giornalieri 1” erano memorizzati i dati ufficiali annuali con, di conseguenza, anche i rapporti con le banche. Mentre, parallelamente, nella voce “Totali giornalieri 2” erano inseriti i dati in nero. Per fare un esempio, nel 2011, nei dati ufficiali figuravano entrate per 913.702 euro ed uscite per 700.313. Nei dati del nero 2011, le entrate erano state pari a 703.722 euro e le uscite (pagamenti di dipendenti e professionisti esterni e materiale acquistato senza fatturazioni) a 367.024 euro. Alcuni clienti comparivano sia nella lista dei pagamenti ufficiali che in quella del nero. Ad esempio, per un lavoro da 40.000 euro, il cliente ne pagava la metà regolarmente e l’altra in nero. Dopo mesi di minuziose verifiche incrociate è stata accertata così un'evasione complessiva di 2 milioni e mezzo di euro, 1.200.000 euro di Irap non corrisposta, 1.300.000 euro di omessa registrazione di acquisti, 19.000 euro di Iva mai versata e 10.000 euro di violazione dell'imposta di bollo.

Sigilli su otto immobili. Al termine dell’indagine, denominata ironicamente “Wisdom tooth” ossia “Dente del giudizio”, gli uomini delle Fiamme Gialle della Tenenza di Montebelluna, coordinati dal capitano Francesco Calimero, hanno denunciato il noto professionista per dichiarazione infedele e sottrazione fraudolenta a pagamento di imposte ed hanno ottenuto dal giudice delle indagini preliminari di Treviso il sequestro di otto immobili riconducibili a società intestate al dentista di Montebelluna. Si tratta in particolare di studi, ambulatori, garage e negozi del valore complessivo di 530.000 euro. Ma l’indagine potrebbe avere nuovi sviluppi e, soprattutto, nuovi indagati. Sono, infatti, in corso accertamenti anche su professionisti ed odontotecnici che prestavano la loro attività da esterni allo studio dentistico, nel quale, nel corso dei quattro anni in questione, hanno lavorato una quindicina di dipendenti. Le Fiamme Gialle sono convinte che alcuni di loro abbiano svolto per lo studio dentistico del centro montebellunese prestazioni in nero.

La soddisfazione della Finanza. Il comandante provinciale delle Fiamme Gialle, il colonnello Giuseppe De Maio, ha espresso tutta la sua soddisfazione per l’operazione portata a termine dalla Tenenza di Montebelluna. «Si è trattato», ha spiegato il colonnello De Maio, «di una lunga e difficile indagine. Le difficoltà sono state soprattutto legate alla decodificazione del sofisticato sistema di occultamento delle prestazioni effettuate all’Erario. Oltre avere dei riscontri informatici, con il sequestro di chiavette Usb, abbiamo anche sentito un centinaio di clienti che hanno sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio della nostra indagine».

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