La magia degli aironi all'Oasi Cervara

La primavera si apre con le bellezze della natura a Santa Maria di Quinto
Gli aironi all'Oasi Cervara
Gli aironi all'Oasi Cervara

Hanno la grazia di una ballerina e il corpo grigio come la cenere: sono gli aironi cenerini, padroni eleganti di stagni e fossati nelle campagne trevigiane che, anche quest'anno, sono tornati a salutare l'oasi di Cervara a Santa Cristina di Quinto. Perché, se le rondini fanno primavera, si può dire altrettanto degli aironi cenerini. Con l'arrivo della bella stagione questi straordinari volatili stanno nidificando nella riserva naturale compresa tra il fiume Sile e il torrente Piovega. Vista la quiete del luogo, ne approfittano. Come da tradizione hanno scelto la garzaia per deporre le loro uova. Un posto tranquillo che è diventato la loro casa, un posto sicuro dove covare in santa pace garantendo la sopravvivenza della specie.

Ad aver scelto l'oasi di Cervara sono state più di cento coppie di “cenerini”. Uno spettacolo della natura che si esibisce sotto agli occhi del pubblico. Approfittando delle poche foglie sugli alberi è possibile osservare da vicino la colonia e il lavorio incessante degli ospiti, impegnati a preparare il miglior giaciglio in attesa della schiusa. Anche oggi, dalle 9.30 alle 18, l'oasi di Cervara aprirà ai visitatori, per ammirare gli aironi e altri abitanti del parco. Pure i gufi stanno infatti tornando nell'arena. Ma le domeniche “marzoline” offriranno anche la possibilità di una visita guidata agli osservatori del “Paludarium” dove, tra le 11.30 e le 16, pranzano le cicogne bianche e si possono incontrare da vicino anche i piccoli gufi del casone di palude.

Con un paio di binocoli e con le spiegazioni di una guida esperta, alle 15.30 ci si potrà dedicare all'osservazione degli aironi che stanno mettendo su famiglia e imparare a distinguerli dalle garzette. Alle 16.30 a tutti i bambini verrà raccontata la storia “natural-teatrale” di Jack il gufo e dell'amico Soren “il barbagiann” . E perché non finire in bellezza, addentrandosi nel bosco di ontani, pioppi e salici piangenti per ammirare le varietà più interessanti di vegetazione, tipiche delle zone umide, e le rare piante che popolano l'orto botanico, come il “trifoglio fibrino” e il giunco fiorito. Meritano infine uno sguardo anche i canali, altro habitat privilegiato per i vegetali acquatici come i ranuncoli e le callitriche che hanno trasformato il Sile nel “fiume Verde”. Per info. e programma delle visite guidate nei week end di marzo: 0422 23815.

 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso