«La mafia uccise papà e mio fratello»

Il medico dell’Usl 2 Pasquale Borsellino davanti a quattrocento studenti: ricordando Falcone

MONTEBELLUNA. Erano 400 i ragazzi che ieri mattina, al cinema Italia Eden, hanno ascoltato le parole di Pasquale Borsellino, il direttore del servizio Infanzia adolescenza famiglia del distretto di Asolo dell’Ulss 2, che ha avuto il fratello e il padre uccisi dalla mafia. Si teneva la giornata della legalità in ricordo delle stragi di Capaci e di via D'Amelio dove furono uccisi Falcone e Borsellino e l'amministrazione comunale aveva organizzato questo incontro con classi delle varie scuole medie e superiori di Montebelluna. In prima fila i rappresentanti delle forze dell'ordine e dell'amministrazione comunale, sul palco Pasquale Borsellino a raccontare la vicenda della sua famiglia, che aveva detto di no al pizzo e per questo rifiuto prima il fratello Paolo era stato ucciso, poi il padre. E per quei due omicidi solo il killer del padre era stato poi individuato e condannato all'ergastolo. Al pubblico di ragazzi Pasquale Borsellino ha raccontato quali sono i metodi mafiosi, ha spiegato che i suoi tentacoli li ha estesi anche nel Veneto, nel Nord Italia.

«La mafia – ha detto – va dove ci sono soldi. E se un tempo si occupava soprattutto di cemento, oggi guarda alla sanità». Il suo è stato un racconto che ha preso l'attenzione dei ragazzi, a cui ha spiegato come a lui, che era studente a Padova, quando era tornato a casa fosse stato detto da un procuratore di fare attenzione. O come la sera stessa del giorno in cui suo padre veniva sentito in tribunale dopo l'uccisione del figlio, il verbale finisse nelle mani del capoclan perché un agente della scorta della procuratrice era un informatore della mafia. E ai ragazzi Pasquale Borsellino ha voluto raccomandare una cosa: «La mafia non è quella che vedete nei film, la mafia non ha alcun codice d'onore, la mafia ha ucciso tantissimi bambini, tante madri incinte, sappiatelo».

Ma per la giornata della legalità si registra anche una piccola polemica innescata da Tiziana Favero sui social, dove ha voluto sottolineare come, tolte le classi che hanno partecipato all'iniziativa al cinema, nella classe di sua figlia, al liceo classico, non sia stato ricordato l'anniversario della strage di Capaci: «Vorrei -ha scritto tra le altre cose- che al posto di celebrare ogni giorno un Centenario che è stato solo un massacro di innocenti, si facesse altrettanto con uomini come Falcone e Borsellino». (e.f.)

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