La Lega a Palumbo: «No grazie non servono candidati esterni»

MONTEBELLUNA
«No, grazie». E ancora: «Non abbiamo bisogno di un esterno». Dalla Lega montebellunese giunge una drastica chiusura di porte a Nicola Palumbo, presidente dell’Ente Palio autopromossosi («su richiesta di un gruppo di amici») candidato sindaco del centrodestra. Lui si dice lusingato dagli esiti del sondaggio da lui stesso commissionato, Palumbo sta infatti pensando seriamente di candidarsi a sindaco della città il prossimo ottobre. Sulle oltre 500 interviste fatte da Winpoll, tra gli elettori del centrodestra il 51,4% sceglierebbe lui, seguito al 20% da Adalberto Bordin, al 14% da Michele Toaldo e al 13% di Claudio Borgia. «È un risultato lusinghiero. Volevo sapere cosa ne pensava la gente dopo la proposta fatta da una cinquantina di montebellunesi di una mia candidatura a sindaco e il risultato emerso è motivo di orgoglio», dice Palumbo, 30 anni, amministratore unico della Palumbo Consulting. «Io ho già incontrato alcuni movimenti per capire le loro intenzioni, ma una mia candidatura è subordinata a due condizioni: uno è il riuscire a far camminare la mia società anche se sono impegnato altrove per 5 anni in caso di elezione; l’altra è di essere il candidato civico di tutta la coalizione di centro-destra. Io non ho alcuna intenzione di scendere in campo per frantumare il centro-destra, quindi o sono il candidato di tutto lo schieramento o non se ne fa nulla». Ma dal suo sondaggio mancavano due nomi di peso: l’attuale sindaco Elzo Severin e il presidente del consiglio comunale Adriano Martignago, entrambi leghisti nella rosa dei papabili.
E proprio dal partito più importante dello schieramento di centro-destra, la Lega, questo sondaggio viene colto con freddezza. «Ognuno è libero di fare quel che gli pare», dice il sindaco Elzo Severin, «ma mi sembra un po’ forzato che uno promuova un sondaggio su se stesso e affermi che io non ero inserito nella lista dei nomi su cui si basava il sondaggio perché i leghisti gli avrebbero detto che non mi voglio candidare. Vorrei proprio sapere con quali leghisti avrebbe parlato».
Drastico anche il consigliere regionale leghista Marzio Favero. «Un tecnico entra in campo quando manca la politica», afferma, «ma a Montebelluna negli ultimi dieci anni la politica è cresciuta sia nella maggioranza che nella minoranza ed entrambi gli schieramenti hanno persone valide da schierare. Quindi non c’è bisogno di alcun tecnico, non c’è necessità di alcun esterno alla politica per amministrare. Palumbo prima entri in politica e lavori in un partito e poi se ne potrà parlare». —
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