La grande guerra a Motta di Livenza: italiani e austroungarici sul Livenzetta

Motta, curiosità per la rievocazione storica della Prima Guerra Mondiale Davide Streghetto: «I giovani ricordino i loro coetanei morti cento anni fa»

MOTTA DI LIVENZA. Rievocazione storica a Motta di Livenza. Per la prima volta sugli argini del fiume Livenzetta si sono fronteggiate le truppe di rievocazione dell'esercito italiano ed austro-ungarico per ricordare la conquista del Paese da parte della forza militare austriaca durante la Prima Guerra Mondiale.

L'evento è stato possibile grazie al contributo di ben tre gruppi di rievocazione storica: I Caimani del Piave, i Welsch Tiroler e la Dodicesima Durham Light Infantri. L'evento è stato fortemente voluto da Davide Streghetto, componente del gruppo I Caimani del Piave e cittadino mottense. «Ultimamente ci lamentiamo di come Motta offra poche occasioni di svago ed incontro per i cittadini. Ho pensato che invece di lamentarsi, era il caso di organizzare una rievocazione legata agli avvenimenti storici accaduti nel mio paese, ormai cent'anni fa, ho proposto alla Pro loco di mettere in atto questa manifestazione, subito il presidente Ilario Daneluzzi si è mostrato interessato e così anche il Comune di Motta che ci ha dato il permesso di attuarla».

L' evento è iniziato puntualmente alle 10.30 con spari di cannone e mitragliatrici, si sono fronteggiate le truppe italiane, composte dal gruppo I Caimani del Piave nella riva destra della Livenzetta, contro quelle austroungariche dei Welsch Tiroler nella riva sinistra. La battaglia è terminata con la vittoria austriaca come era accaduto il 9 novembre del 1917. La giornata è proseguita con una serie di momenti didattici promossi dai rievocatori che hanno illustrato ai cittadini mottensi, specie i bambini e i ragazzi, la vita quotidiana in trincea, le battaglie e le armi che hanno contraddistinto la Grande Guerra nel suolo Veneto e non solo.

«Siamo qui in veste di divulgatori della storia. Questa non è una simulazione grottesca della guerra e delle sofferenze patite dai nostri nonni. Noi vogliamo insegnare ai più giovani, soprattutto a quella fascia di ragazzi che va dai 15 ai 20 anni, troppo impegnati a stare col cellulare in mano e immersi nei social, cosa ha significato questo evento tragico» prosegue Davide Streghetto «i loro coetanei di 100 anni fa hanno abbandonato le proprie famiglie e la propria infanzia per combattere al fronte, contro dei ragazzi uguali a loro, con l' unica colpa di appartenere ad un Paese straniero».

 

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